
Condanna confermata in secondo grado, per diffamazione aggravata e continuata a mezzo stampa, nei confronti dei genitori di Lucio Marzo, l’assassino reo confesso di Noemi Durini, uccisa a Castrignano del Capo, il 3 settembre del 2017 quando anche lui era minorenne.
La sentenza è stata emessa dalla Corte di Appello, nei confronti di Biagio Marzo e di sua moglie Rocchetta Rizzelli. Per quest’ultima è stata disposta, come in primo grado (giudice, Roberto Tanisi), la sospensione della pena.
I due imputati sono difesi all’avvocato Luigi Piccinni.
Secondo l’accusa, Marzo (condannato a un anno) e sua moglie (a sei mesi) avrebbero, in concorso fra loro e in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, offeso la reputazione della 16enne nel corso di tante trasmissioni televisive.
«Giustizia è fatta», affermano gli avvocati Valentina Presicce e Flavio Santoro, legali di Imma Rizzo, la madre di Noemi. “I genitori di Lucio Marzo non hanno mai dimostrato alcun sentimento di pietà nei confronti di Noemi Durini – afferma Presicce – cercando in tutti i modi di giustificare il fatto criminoso commesso dal figlio, infangando così la memoria di Noemi attraverso interviste televisive rilasciate ai principali programmi sulle più note reti nazionali”.
“Hanno sempre diffamato la memoria di mia figlia per giustificare il fatto criminoso commesso dal figlio – afferma Imma Rizzo, la mamma di Noemi – e oggi anche la Corte di Appello di Lecce mi ha dato ragione. I genitori di Lucio Marzo, invece di rimanere in silenzio, dopo l’omicidio di mia figlia, hanno cercato in tutti i modi di giustificare il gesto aberrante commesso dal figlio arrivando addirittura a dire che mia figlia volesse ucciderli. Tutto questo è falso e infamante”.
Le indagini presero il via, dalle denunce dei genitori di Noemi Durini, la studentessa assassinata dal giovane fidanzato il 7 settembre del 2017 e ritrovata successivamente priva di vita in campagna.
A finire nel mirino della Procura, furono le dichiarazioni, ritenute ingiuriose, dei genitori di Lucio Marzo (condannato a 18 anni per omicidio in via definitiva). Tali affermazioni vennero rilasciate, tra settembre del 2017 e giugno del 2019, nel corso delle trasmissioni televisive: “Chi l’ha visto”, “Quarto Grado” e “La vita in diretta”.