Duplice omicidio di madre e figlia a Parabita, sconto di pena in Appello per il “pentito”

La Corte di Assise d’Appello di Taranto ha inflitto a Luigi De Matteis, 52enne di Parabita,la pena di 14 anni ed 8 mesi. L’omicidio 26 anni fa.

Arriva lo “Sconto di pena” nel processo al pentito accusato del reato di duplice omicidio, per la morte di Paola Rizzello e la figlia Angelica Pirtoli.

La Corte di Assise d’Appello di Taranto ha inflitto a Luigi De Matteis, 52enne di Parabita, la pena di 14 anni ed 8 mesi. Invece, nel precedente processo di secondo grado celebratosi a Lecce, il collaboratore di giustizia era stato condannato a 16 anni ed 8 mesi (confermata la sentenza del gup Vincenzo Brancato emessa al termine del rito abbreviato). L’imputato aveva beneficiato delle attenuanti generiche per il suo ruolo di collaboratore di giustizia.

In seguito, la Cassazione su istanza dell’avvocato Francesco De Giorgi, aveva disposto l’annullamento con rinvio e si è arrivati al processo bis.

Già in primo grado si erano invece costituite parte civile, la sorella della vittima, Marilena Rizzello, con l’avvocato Leonardo Marseglia; i fratelli Nadia e Gerardo con il legale Giancarlo Zompì; Maria Antonia Sabato, nel doppio ruolo di nonna e madre, per il tramite del difensore Serena Tempesta; Alessandro Pirtoli, in qualità di figlio e fratello, con l’avvocato Emanuela Piscopo. In loro favore, è stato disposto il risarcimento del danno da quantificarsi in separata sede.

L’inchiesta

De Matteis è l’omicida reo confesso di Paola Rizzello, madre della piccola Angelica Pirtoli, brutalmente assassinata 26 anni fa. L’uomo rispondeva del reato di duplice omicidio, con  l’aggravante di avere agevolato l’associazione mafiosa.

Secondo quanto emerso dall’inchiesta coordinata in primo luogo dal pm Giuseppe Capoccia e successivamente dal Procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone, Paola Rizzello, ritenuta testimone scomoda e d’intralcio alle attività del clan, fu uccisa per mano di De Matteis con un colpo di pistola. La piccola Angelica, testimone oculare ed inconsapevole del fatto, restò accanto al corpo esanime della madre e riuscì a sopravvivere nonostante le ferite riportate.

L’accusa ipotizza che il giorno immediatamente successivo, De Matteis e Biagio Toma (già condannato all’ergastolo), fecero ritorno sul luogo del delitto per sbarazzarsi definitivamente di quel corpicino. A colpire l’intera comunità salentina, fu certamente la brutalità di questa seconda “esecuzione”. La piccola sarebbe stata presa per i piedi da Toma e percossa contro una parete, senza pietà alcuna.



In questo articolo: