Omicidio Specchia Gallone, Sonia uccisa con 30 coltellate. L’ex finanzato: “Volevo solo ritornare con lei”

Nell’aula bunker di Borgo San Nicola è stato ascoltato Salvatore Carfora, il 38enne di Torre Annunziata accusato dell’omicidio di Sonia di Maggio.

Afferma che non era sua intenzione uccidere la ex fidanzata e chiede scusa per quanto accaduto. Nell’aula bunker di Borgo San Nicola, dinanzi ai giudici della Corte d’Assise (Presidente Pietro Baffa, a latere Francesca Mariano e giudici popolari), è stato ascoltato Salvatore Carfora, il 38enne di Torre Annunziata, accusato dell’omicidio della ex compagna, la 29enne originaria di Rimini, Sonia di Maggio.

L’uomo ha sostenuto che era sceso da Napoli per chiedere alla sua ex di tornare a casa con lui. E di fronte al suo rifiuto ha perso la testa e l’ha colpita con una serie di coltellate. Ha escluso di avere pianificato l’omicidio, avvenuto a Specchia Gallone. Riguardo il coltello che portava con sé, ha invece affermato che gli serviva per legittima difesa o per arrangiarsi nel caso in cui avesse dovuto dormire per strada.

Il convivente di Sonia, ascoltato in aula, ha smentito tale ricostruzione, sostenendo come Carfora abbia aggredito la ex alle spalle senza proferire parola. Sono stati ascoltati, anche, la madre di Sonia e quella del compagno che hanno evidenziato il rapporto burrascoso tra i due ex fidanzati.

Sono stati ascoltati, sempre come testimoni della pubblica accusa, anche il medico legale Alberto Tortorella e l’autista del bus su cui viaggiava Carfora, prima di arrivare a Specchia.

La prossima udienza è fissata per il 15 febbraio, quando è prevista la discussione in aula e successivamente la sentenza.

In una scorsa udienza, i giudici hanno detto no alla richiesta di rito abbreviato per il 38enne di Torre Annunziata. L’istanza è stata avanzata dall’avvocato Cristiano Solinas, legale dell’imputato, ma è stata rigettata, sulla base della norma di legge dell’aprile del 2019, ritenuta poi legittima dalla Corte Costiuzionale. Già nei mesi scorsi, il gip Sergio Tosi aveva rigettato la richiesta di rito alternativo.

La difesa ha comunque deciso di reiterare la richiesta, nel caso in cui nel corso del processo dovessero “cadere” le aggravanti della premeditazione, dei futili motivi e dell’aver agito con crudeltà, in relazione al reato di omicidio volontario contestato dal pm Alberto Santacatterina.

Ricordiamo che la madre, il padre e la sorella di Sonia si sono costituti parte civile con l’avvocato Vincenzo Blandolino. Si è, inoltre, costituita parte civile l’associazione Gens Nova, presieduta dall’avvocato Antonio La Scala, che si occupa della tutela dei minori.

Salvatore Carfora risponde dell’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione, “essendosi appositamente recato da Napoli (dove risiedeva) a Minervino di Lecce, armato di un coltello, allo scopo di cagionare la morte di Sonia Di Maggio”. La Procura contesta anche l’aggravante dei futili motivi, “per un abnorme stimolo possessivo nei confronti della vittima, che era stata legata a lui in una relazione sentimentale ormai interrotta”. Carfora risponde di stalking verso Sonia ed il nuovo compagno, al quale indirizzava messaggi telefonici del tipo: “Meglio che rinunci a Sonia se no ti faccio fare una brutta fine…decidi bene”.

Ricordiamo che, nei mesi scorsi, il medico legale Alberto Tortorella ha eseguito l’autopsia sul corpo della giovane. Sonia è stata attinta da oltre trenta coltellate, al collo e alla testa, sferrate con ferocia e brutalità. E poi, c’e la relazione del consulente informatico Claudio Leone, da cui sono emersi numerosi messaggi scritti da Carfora, in cui emergeva il suo “amore malato” verso Sonia, come l’ha definito il gip Giulia Proto nell’ordinanza con cui ha convalidato il fermo e disposto il carcere.

La ricostruzione dei fatti

L’omicidio è avvenuto il 1 febbraio del 2021, a Specchia Gallone. Salvatore Carfora dopo aver lasciato il dormitorio pubblico, nei pressi della stazione di Napoli, si è messo a bordo di un treno diretto nel Salento, in piena emergenza Covid. E poi, ha raggiunto la frazione di Minervino, con l’autobus della Sud-Est, partendo da Lecce intorno alle 18.00. E ha chiesto all’autista di fermarsi quando, giunto sul posto, ha visto Sonia in compagnia del fidanzato. Sceso dal bus, ha messo in atto il brutale omicidio della ex, intorno alle 19.

Il fermo dell’ex fidanzato

Carfora è stato poi fermato ed arrestato ad Otranto, grazie anche alla segnalazione di un commerciante. Successivamente è arrivata, l’istanza di giudizio immediato del sostituto procuratore Alberto Santacatterina. La Procura ha ritenito evidenti gli elementi di prova raccolti e dunque sufficienti per bypassare l’udienza preliminare. Ed a stretto giro, il gip Giulia Proto, attraverso apposito decreto, ha accolto la richiesta di giudizio immediato e si arrivato al processo innanzi alla Corte d’Assise.



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