Operazione Federico II, si chiude il cerchio: finisce in carcere anche l’uomo che mancava all’appello

Dopo sette giorni dal blitz, si sono aperte le porte del carcere di Borgo San Nicola per Alessandro Greco, 33enne di Lecce, che si era reso irreperibile al momento dell’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare.

Mancava solo una persona per chiudere il cerchio della maxi-operazione denominata Federico II come l’imperatore del Sacro Impero Romano, che il 12 dicembre scorso ha visto scendere in campo oltre cento uomini della Direzione Investigativa Antimafia.  Dalle prime luci dell’alba, i militari hanno bussato alla porta di oltre 20 persone per consegnare loro le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Lecce, Alcide Maritati su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Guglielmo Cataldi.  Si è trattato dell’ultimo atto di una lunga inchiesta che affonda le sue radici in altre due importanti operazioni denominate “Augusta” e “Network”. Gravi le accuse contestate: associazione di stampo mafioso, detenzione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.
 

All’appello, come detto, ne mancava uno: si tratta di Alessandro Greco, 33enne di Lecce e volto già conosciuto alle cronache locali che si era sottratto all’arresto, rendendosi irreperibile al momento dell’esecuzione. Sette giorni dopo, anche per lui – accusato di concorso in traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante del metodo mafioso – si sono aperte le porte di Borgo San Nicola.
 

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, il 33enne leccese avrebbe avuto un suo ruolo all’interno dell’organizzazione che, non lesinando l’uso delle armi, aveva creato un fiorente traffico di sostanze stupefacenti in tutto il Salento, droga di tutti i tipi – eroina, cocaina, hashish e marijuana –importata dalla Spagna, dall’Albania e da altre provincie d’Italia e spacciata sul territorio di Lecce e Brindisi.
 

Dopo le formalità di rito, anche per Greco che era riuscito a sfuggire ad un altro blitz, salvo poi essere arrestato con Francesco Mungelli in un B&B di Porto Cesareo, dopo oltre due mesi di latitanza si sono aperte le porte della Casa Circondariale di Lecce.



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