Si è avvalso della facoltà di non rispondere, l’ex portiere del Lecce Davide Petrachi, finito in manette nell’ambito dell’operazione «Movida». In mattinata si è tenuta l’udienza di convalida dell’arresto, presso il carcere di Borgo San Nicola, dinanzi al gip Giulia Proto.
Il 33enne di Melendugno è assistito dagli avvocati Raffaele Benfatto e Salvatore Donadei che hanno chiesto la sostituzione della misura del carcere con quella dei domiciliari.
Sono due gli episodi di spaccio contestati dalla Procura a Petrachi. L’8 agosto scorso, avrebbe interloquito con due avventori di un locale di San Foca (erano agenti sotto copertura), domandandogli “se poi per divertirvi ancora di più vi serve della cocaina, fatemi sapere che vi accontento io”. I due avrebbero risposto “dacci subito una di bianca allora che stasera abbiamo da fare”. Successivamente li avrebbe invitati a seguire Andrea Montinaro, suo complice, per raggiungere un accordo. Gli insospettabili clienti avrebbero così acquistato una decina di dosi di cocaina per la somma di 40 euro.
Il giorno dopo, i due “undercover” si sarebbero ripresentati presso il locale. Petrachi gli avrebbe chiesto “com’era la coca ieri” e poi, “ne volete cocaina stasera”. E avrebbero risposto affermativamente. Una volta giunto sul posto Montinaro, sarebbe avvenuta la cessione. Sempre 40 euro per una dozzina di dosi. La conversazione si sarebbe conclusa con la frase di Petrachi: “Oh ragazzi, scusatemi se vi ho fatto aspettare così tanto, potevo procuramela da altri qui dentro, ma Andrea ha la più buona”.
Gli interrogatori degli altri arrestati
Sempre nella mattinata di oggi, si è tenuta l’udienza di convalida degli altri dodici arrestati.Il collegio difensivo ha sottolineato l’illegitimità dell’arresto, chiedendo l’applicazione di una misura meno afflittiva rispetto a quella del carcere, in considerazione della lieve entità degli episodi di spaccio.
Ad ogni modo, Adil Ghazi, 53enne di origini marocchine ma residente a Porto Cesareo; Vito Sacco, 19enne di Porto Cesareo; Luca Stefano Indirli, 20enne di Porto Cesareo; Antonio Peciccia, 50enne di Lecce hanno risposto alle domande del giudice, chiarendo la propria posizione. Devono difendersi dall’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.
Anche Moreno Vonghia, 37enne; Roberto Patera, 41 anni, Graziano Romano, 40enne, e Carmelo Schillaci, 19enne, tutti di Nardò, hanno fornito la propria versione dei fatti dinanzi al gip. I tre, secondo l’accusa, avevano formato un’associazione per delinquere finalizzata al traffico e alla cessione a terzi di sostanza stupefacente. Patera aveva il ruolo di organizzatore e promotore, mentre gli altri due di collaboratori. Tale contestazione non riguarda però la richiesta della misura carceraria.
Andrea Montinaro, 44enne di Vernole e Giuseppe Schito, 41enne, di Lecce si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere. Anch’essi sono accusati di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.
Nicola Guarna, 27enne di Bari sarà ascoltato per rogatoria dal carcere di Bari.
Il giudice deciderà nella giornata di domani se convalidare l’arresto “ritardato”, disposto due giorni fa dal Procuratore Aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia Guglielmo Cataldi, messo in atto grazie all’utilizzo di poliziotti sotto copertura. Inoltre, il gip Proto dovrà stabilire se confermare la misura richiesta dalla Procura che ritiene sussistenti le esigenze cautelari ed i gravi indizi di colpevolezza.
Per Schillaci, Indirli, Ghazi e Sacco, il pm nella richiesta di convalida dell’arresto, ha invocato i domiciliari.
Gli arrestati sono assistiti dagli avvocati: Giuseppe Romano, Massimo Zecca, Cosimo D’Agostino, Pasquale De Monte, Gianpiero Geusa, Massimo Muci, Marco Luigi Elia, Federica Maglie, Tommaso Valente, Anna Inguscio, Paolo Cantelmo, Loredana Pasca.