
La Procura presenta il conto agli imputati del processo con rito abbreviato relativo all’operazione “Tornado”. Il sostituto procuratore Maria Vallefuoco, dinanzi al gup Edoardo D’Ambrosio, presso l’aula bunker di Borgo San Nicola, ha chiesto la condanna degli imputati che hanno scelto l’abbreviato condizionato all’ascolto di testimoni e alla produzione documentale.
Nello specifico: 15 per Marco Cananiello, detto “Bravo”, 22 anni, di Maglie; 1 anno per Giovanni Umberto De Iaco, 23 anni di Scorrano; 12 anni per Andrea Marsella, 28 anni, di Maglie, detto “Bandera”; 2 anni e 6 mesi per Giorgio Piccinno, detto “Bambi”, 31 anni, di Scorrano e 2 anni e 6 mesi per Sarah Piccinno, 37 anni di Scorrano; 6 anni per Mirko Ruggeri, detto “Stromeberg”, 46 anni, di Scorrano; 6 anni per Giovanni Verardi, detto “Briga”, 52 anni, di Scorrano.
E poi, riguardo gli imputati che hanno chiesto il rito abbreviato secco, il pm ha chiesto: 24 anni per Giuseppe Amato, soprannominato “Padreterno”, 64 anni, di Scorrano e Francesco Amato, detto “Checco”, 29 anni, di Scorrano; 10 anni per Andrea Carrisi, 31 anni di Botrugno; 2 anni per Simone De Luca, detto “Smith”, 43 anni, di Maglie; 1 anno per Andrea Amato De Luca, 22 anni, originario di Scorrano; 12 anni per Massimiliano Filippo, chiamato “Cuoco”, 43 anni, di Scorrano e Gianpiero Gallone, 29 anni, di Scorrano.
E poi, 5 anni per Giuseppe Grasso, 51 anni, di Lecce; 2 anni per Hamid Hakim, 30 anni, di origini marocchine, ma residente a Madone (in provincia di Bergamo); 20 anni per Salvatore Maraschio, detto “Totò”, 26, di Maglie; 15 anni per Donato Mega, detto “Duccio”, 38 anni, di Scorrano; 12 anni per Simone Natali, 31 anni, di Scorrano e Matteo Peluso, 28 anni, di Scorrano; 12 anni per Luca Presicce, 27 anni, di Scorrano e 15 anni per Matteo Presicce, detto “Saulle”, 28 anni, di Scorrano; 15 anni per Giorgio Rausa, chiamato “Giorgino”, 25 anni, di Scorrano; 12 anni per Luigi Rausa, 46 anni, di Scorrano e Salvatore Rausa, detto “Pizzileo”, 32 anni, di Scorrano; 15 anni per Matteo Rizzo, detto “Penna” o “Pennetta”, 23 anni, di Scorrano; 5 anni per Franco Frisari Tamborino, 40 anni, di Maglie; 2 anni e 6 mesi per Francesca Ferrandi, 27 anni, originaria di Scorrano.
Il pm ha poi chiesto l’assoluzione per Gloria Fracasso, detta “Bessy”, 48 anni, di Scorrano e Matteo Zezza, 27 anni, di Scorrano. È stata invece la posizione di Marco De Vitis, 44 anni, di Supersano e l’abbreviato condizionato si discuterà il prossimo 12 gennaio.
I 35 imputati rispondono a vario titolo e in diversa misura di: “associazione di tipo mafioso”, “associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti”, “danneggiamento seguito da incendio”, “detenzione abusiva di armi e di materie esplodenti”, “detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti”, “estorsione”, “ricettazione”, “minaccia aggravata”, “porto abusivo di armi” e “sequestro di persona e violenza privata”.
Rischia di finire sotto processo con rito ordinario, il sindaco di Scorrano Guido Nicola Stefanelli. L’udienza preliminare è fissata per il 26 gennaio davanti al gup D’Ambrosio. Stefanelli è difeso dagli avvocati Luigi Corvaglia e Francesco Vergine.
L’inchiesta
L’accusa formulata dal procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi e dal sostituto procuratore Maria Vallefuoco, nei confronti di Guido Stefanelli, sindaco di Scorrano, è quella di concorso esterno in associazione mafiosa. Sarebbe consistita nel “promettere agli appartenenti al sodalizio criminoso, smantellato oh l’operazione Tornado, l’aggiudicazione di appalti e servizi pubblici, e nello specifico la gestione del parco comunale “La Favorita” con annesso chiosco bar nonché la gestione dei parcheggi comunali”. La contropartita per Stefanelli? “Il sostegno del clan nelle competizioni elettorali alle quali era interessato”. Il candidato si sarebbe così avvalso della collaborazione di Massimiliano Filippo, dipendente della ditta Nuova Era amministrata dal primo.
Le elezioni “incriminate” sarebbero le comunali del maggio 2017, all’esito delle quali, Stefanelli veniva eletto sindaco. Stefanelli, durante le indagini venne anche ascoltato in Procura. Il “primo cittadino” sostenne, dinanzi al pm Vallefuoco, di non aver mai fatto alcun favore al clan Amato e di non aver mai chiesto il voto.
Nei mesi scorsi, il Consiglio dei ministri su proposta del Ministero dell’Interno ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Scorrano per infiltrazioni mafiose, accogliendo così la richiesta della commissione prefettizia.
E poi, le indagini “Tornado” hanno permesso di sgominare un vero e proprio clan emergente, con disponibilità di armi, che agiva con particolare violenza, che aveva il proprio core business nello spaccio di droga e da cui ricavava circa 500mila euro l’anno. Alla guida del sodalizio Giuseppe Amato, detto “padre eterno”. Al suo fianco il figlio Francesco. La banda agiva attraverso atti intimidatori e spedizioni punitive. Come nel caso dell’omicidio del giovane Mattia Capocelli lo scorso 25 aprile.
L’indagine è stata condotta dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Maglie dal settembre 2017 e ha consentito di individuare le condotte delinquenziali di un agguerrito gruppo criminale “emergente” di tipo mafioso egemone in numerosi comuni dell’area magliese.
Gli imputati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati: Giovanni Montagna, Dimitry Conte, Mario Blandolino, Vincenzo Blandolino, Silvio Caroli, Anna Grazia Maraschio, Pantaleo Cannoletta, Rocco Petracca, Marzia Francesca Libetta, Veronica Merico, Maurizio Rizzo, Roberta Cofano, Gaetano Stea, Salvatore Giannaccari, Giuseppe Presicce, Gabriele Presicce, Antonio Costantino Mariano, Maurizio Forte.