Gallipoli è da anni la regina indiscussa dell’estate, una meta ambita dai turisti che, valigia in mano, raggiungono il Salento per le vacanze. Questo rende la Città Bella ‘appetibile’ anche agli spacciatori, sicuri di fare affari d’oro con la vendita di droga in riva al mare. Baia Verde è una piazza già ‘rodata’, i pusher sanno bene che in quella località affollatissima durante la bella stagione da giovani e giovanissimi la domanda di “divertimento” è tanta. E loro sono lì, in squadre, pronti a rispondere. Anche i Carabinieri lo sanno bene. Per questo, memori del detto «stessa spiaggia, stesso mare», hanno piazzato cinque sofisticate telecamere nei punti più a rischio, dove la vendita di sostanze stupefacenti avrebbe reso di più ai criminali, per ricostruire il giro e frenare il consumo di droga, anche tra i minori.
Grazie agli occhi elettronici capaci di mettere a fuoco anche da lunghe distanze (fino a 400 metri) e ai ‘rinforzi estivi’ invitati a Gallipoli, i Carabinieri della locale compagnia guidati dal comandante Francesco Battaglia, hanno fatto luce sull’attività di spaccio messa in piedi da cittadini extracomunitari sul lungomare. Centinaia le cessioni “spiate” in meno di un mese. Dal 25 luglio, per la precisione, quando le indagini hanno preso il via. Scambi documentati fino al 25 agosto. Poi la maxi-operazione, non a caso chiamata «Var Bay 2.0», conclusa alle prime luci dell’alba di questa mattina. I numeri parlano chiaro: sei fermi, undici denunce a piede libero e due arresti in flagranza di reato. Questo il bilancio.
Per quattro pusher stranieri, accusati di aver venduto droghe pesanti a giovanissimi (il più piccolo, un 16enne, aveva acquistato cocaina) si sono aperte le porte del Carcere di Lecce. Si tratta di Oumar Mbaye e Dembel Gadiaga, entrambi di 42 anni, originari del Senegal e volti già conosciuti alle Forze dell’Ordine. E ancora Lamin Ceesay, 20enne del Gambia e del connazionale Kebba Barrow, 24enne. Rintracciarli non è stato semplice, dal momento che passavano la notte in ‘rifugi’ di fortuna.
Due hanno già lasciato il Salento prima della cattura e probabilmente si trovano all’estero. Sul loro conto è stata richiesta l’internazionalizzazione dei provvedimenti restrittivi. Per gli altri 11 finiti nei guai non è stato possibile chiedere il decreto di fermo, ma sono stati indagati a piede libero. L’accusa per tutti è spaccio di sostanze stupefacenti.
Pusher sempre più scaltri
Baia Verde non è l’unica piazza dove gira la droga, ma è la più remunerativa per i pusher stranieri che, come documentato dagli uomini in divisa, per farla franca si sono fatti più scaltri. Cambiavano gli indumenti più volte al giorno per evitare di essere in qualche modo di essere riconosciuti. Occhiali da sole, magliette, pantaloni: avevano un look sempre diverso. Tranne le scarpe, un dettaglio che ha permesso di incastrarli.
Non solo, scendevano in campo in squadre. Quando una finiva il “turno”, era già pronta l’altra, come se fossero organizzati in periodi “lavorativi”. Laddove terminava un gruppo, ne subentrava immediatamente uno nuovo.
E ciascuno aveva un ruolo ben preciso: c’era chi avvicinava il cliente, chi andava a recuperare lo stupefacente nascosto, chi aveva il compito di vendere la droga, chi incassava il denaro e chi indossava i panni di sentinella, i cosiddetti «pali» che avvisavano i complici dell’arrivo delle Forze dell’Ordine, sia con vetture d’istituto, sia con personale in abiti borghesi (per questo venivano costantemente variati i militari per non bruciare l’attività sotto copertura).
Le indagini
Le indagini, che hanno permesso di documentare l’attività di spaccio, sono state divise in due fasi. Nella prima, i Carabinieri hanno individuato le potenziali piazze sul lungomare gallipolino, dove sono state installate le telecamere. Congegni potenti e sofisticati che hanno ripreso a distanza i movimenti e gli scambi. Documentate le cessioni, dalla cabina di regia, una vera e propria control room allestita in Caserma, venivano ‘allertati’ i militari in abiti civili presenti sul posto che, senza perdere tempo, fermavano gli acquirenti. Sorpresi con cocaina, hashish o marijuana, a seconda dei casi, sono stati segnalati al Prefetto per uso personale di stupefacenti. A tutti è stato chiesto di descrivere il loro ‘fornitore’.
La loro descrizione è stata poi confrontata con i tratti dei pusher video-ripresi poco prima. Alla fine, scattava il blitz. Lo spacciatore veniva identificato da una pattuglia con colori d’istituto. Con questo collaudato sistema è stato possibile videoregistrare ben 54 episodi di spaccio (l’anno scorso furono 35).
Come hanno spiegato in conferenza stampa il comandante provinciale, il colonnello Giampaolo Zanchi e il comandante del Reparto operativo, il colonnello Pasquale Montemurro, determinanti sono stati anche i 35 rinforzi estivi inviati a Gallipoli. La non conoscenza del territorio è stata trasformata in un punto di forza: i giovani militari si sono mescolati tra la gente, fingendosi turisti o bagnanti. Un vero e proprio camouflage.
Gli arresti
Il Sostituto Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, la dottoressa Valeria Farina Valaori, condividendo i risultati delle indagini dei Carabinieri della Compagnia di Gallipoli, ha disposto sei fermi sulla base della gravità degli indizi raccolti e del fondato pericolo di fuga degli indagati, tutti censurati e senza fissa dimora. Come detto, quattro – che hanno ceduto droghe pesanti o leggere a ragazzi che non avevano compiuto 18 anni – sono stati catturati, essendo il reato aggravato. Altri 11 stranieri, accusati di aver venduto, in concorso tra di loro, sostanze stupefacenti leggere a maggiorenni (hashish e marijuana) sono stati indagati a piede libero.
«È uno scontro tra intelligenze – ha dichiarato il comandante Montemurro riferendosi agli escamotage degli stranieri per evitare i controlli – ma le telecamere ad alta definizione in grado di riprendere lo spaccio di sostanze stupefacenti anche a 400 metri di distanza ci hanno aiutato a vincere questa sfida con i pusher. In futuro, potremo contare su altre tecnologie, sempre più sofisticate, come sull’uso dei droni»
Due arresti in flagranza
Durante le operazioni di identificazione ed esecuzione sono stati arrestati in flagranza di reato Yakouba Touray, classe 1993 del Gambia trovato, durante la perquisizione personale 24,3 grammi di marijuana già suddivisa in 8 dosi con buste di cellophane, 2 grammi di cocaina suddivisi 2 dosi e 0,2 grammi di hashish. A finire nei guai è anche Amat Dem, classe 1996, anche lui nato Gambia, sorpreso con 37,5 grammi di marijuana già suddivisa in 3 dosi. Nello zaino, invece, sono spuntate fuori delle forbici e 123 euro in contanti, provento dell’attività di spaccio.
Entrambi, che non rientravano nelle investigazioni, tentavano di scappare, ma dopo un breve inseguimento sulla spiaggia, sono stati raggiunti e bloccati dai Carabinieri nascosti tra i bagnanti.
Anche per loro si sono aperte le porte della Casa Circondariale di Lecce.
