“Comportamenti intimidatori per conseguire vantaggi”: le parole del gip sull’ex comandante dei carabinieri indagato

Giuseppe Serìo è stato raggiunto da una misura cautelare e interdittiva. Nelle prossime ore, si terrà l’interrogatorio di garanzia e potrà fornire la propria versione dei fatti.

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Una serie di presunte condotte illecite “facendo spesso ricorso a comportamenti intimidatori, specie nei confronti di esercenti, puntualmente tradottisi in soprusi che hanno rivelato un solo fine nel suo agire: quello di far conseguire a sè o ai suoi familiari indebiti vantaggi di ogni tipo” .

È ciò che viene contestato all’ex comandante dei carabinieri di Nardò, Giuseppe Serio, 57 anni originario di Bagnolo del Salento, ma residente a Soleto, nell’ordinanza del gip Antonia Martalò.

Il giudice ritiene, anzitutto, che vi siano i gravi indizi di colpevolezza, poiché emergerebbe “un’interpretazione personalistica del ruolo ricoperto, lontano dal perseguimento degli interessi generali della comunità, che ha spinto l’indagato a dare sfoggio della propria divisa”.

Inoltre, sostiene che le indagini si siano svolte in un clima di diffusa omertà. A tal proposito, il gip sottolinea l’attendibilità delle persone offese, ritenendo che le dichiarazioni rese non siano state quasi mai, il frutto di una spontanea decisone di denunciare le angherie subìte, ma il risultato di un’attività di indagine, su impulso di fonti confidenziali.

Infine, ritiene la dr.ssa Martalò, vi sarebbero le esigenze cautelari per il rischio di recidivanza e di inquinamento probatorio.

Gli episodi contestati

Il giudice ricostruisce nell’ordinanza i vari episodi, sulla scorta delle accuse mosse dalla Procura. Anzitutto, i tre fatti per i quali si configurerebbe il reato di concussione.

Il primo risale al mese di ottobre del 2015. Serio avrebbe costretto un portalettere delle poste a pagare una contravvenzione a carico di sua moglie ed un’ulteriore sanzione (per il valore complessivo di 951,30 euro), attribuendogli falsamente l’errore nella notificazione dell’atto. Inoltre, lo avrebbe minacciato di denunce e segnalazioni, coinvolgendo alcuni superiori dell’ufficio postale.

Invece, nel dicembre dello stesso anno, il comandante della stazione di Nardò avrebbe costretto il titolare di un impresa di onoranze funebri a versare la somma di 1.089 euro ad un cugino, a titolo di corrispettivo di servizi pubblicitari, che a dire dell’imprenditore non erano stati richiesti e tantomeno realizzati. Non solo, anche la somma di 400 euro, per un prestito “fittizio”. Di fronte alla mancata restituzione del denaro, la presunta vittima sarebbe stato “sconsigliato” da Serio di sporgere denuncia, per non incappare in controlli dei Carabinieri.

Le stesse “minacce” sarebbero state rivolte al gestore di un autolavaggio, se avesse preteso il pagamento dei servizi di pulizia, della vettura di Serio e di quelle di servizio dei carabinieri. Questi episodi, si sarebbero verificati dal momento dell’inserimento del carabiniere a Nardò e fino ad agosto del 2018.

La Procura contesta a Serio anche un episodio di abuso d’uffico, risalente al mese di agosto del 2017. Il comandante avrebbe sottoposto il titolare di un lido ad un serrato controllo, per verificare il rispetto delle norme igieniche. Tale ispezione sarebbe però stata effettuata senza autorizzazione è dettata da una ritorsione nei confronti dell’uomo. Quest’ultimo, qualche giorno prima, avrebbe impedito alla moglie di Serio l’accesso al lido per mancanza di lettini disponibili.

Infine, viene contestato a Serio, il tentato abuso di ufficio. Nel mese di giugno di quest’anno, si sarebbe interessato, nell’impedire il decurtamento dei punti della patente, al dipendente di una ditta che lavorava su terreni di sua proprietà a Galatone. In questo caso, non sarebbe riuscito però nell’intento.

Le accuse di falso ideologico

Nel primo caso, Serio avrebbe falsamente attestato nel “memoriale”, di aver prestato servizio dalle 7:30 alle 19:00, mentre per almeno un’ora, nella mattinata del 30 luglio scorso, si trovava presso una sartoria per una prova d’abito. Invece, l’11 agosto attestava di aver prestato servizio dalle 7:30 alle 16:30, mentre nella tarda mattinata si faceva accompagnare sempre presso la suddetta sartoria. Infine, Serio per questo secondo episodio risponde anche di peculato, poiché avrebbe utilizzato la macchina dei carabinieri (guidata da un suo subordinato) per occuparsi di faccende personali.

Nelle scorse ore, il carabiniere è stato raggiunto da una misura cautelare che dispone il divieto di dimora a Nardò. Inoltre, viene richiesta la misura interdittiva della sospensione dai pubblici uffici per 1 anno. L’ordinanza è stata avanzata dal Procuratore Aggiunto Elsa Valeria Mignone e dal Sostituto Procuratore Paola Guglielmi. Nelle prossime ore, l’indagato assistito dall’avvocato Giuseppe Bonsegna, dovrà presentarsi dinanzi al gip Martalò per l’interrogatorio di garanzia e potrà fornire la propria versione dei fatti.

L’indagine eseguita dal Comando Carabinieri di Gallipoli, guidato da Francesco Battaglia, ha preso il via da una serie di esposti che hanno fatto scattare i primi accertamenti investigativi.