Spedizione punitiva a Pescara per una fornitura di fiori: Quattro tavianesi rischiano il processo

Un commerciante pescarese si è già costituito parte civile, chiedendo un risarcimento del danno complessivo di 40mila euro.

Avrebbero organizzato una spedizione punitiva a Pescara, per riscuotere un credito di 9mila euro da un commerciante.

Ora, quattro tavianesi rischiano di finire sotto processo per tentata estorsione, detenzione abusiva d’arma e lesioni personali aggravate. Nelle scorse ore, si è tenuta l’udienza preliminare dinanzi al gup del tribunale abruzzese. In quella sede la persona offesa, un 60enne di Pescara, si è costituito parte civile, chiedendo un risarcimento del danno complessivo di 40mila euro. Il giudice ha rinviato l’udienza al 21 aprile per un difetto di notifica e in quella data, deciderà se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio della Procura.

Risultano imputati: i due fratelli imprenditori del settore floricolo, A.M., 52 anni ed F.M., 49enne. E poi, i loro due amici, V.T. 54 anni e D.M., 55enne.
Sono tutti assistiti dall’avvocato Biagio Palamà e sono stati già ascoltati per rogatoria dai carabinieri di Gallipoli, fornendo la propria ricostruzione dei fatti.

L’inchiesta

Secondo la Procura, i quattro tavianesi, uno dei quali munito di coltello a serramanico, sono giunti a Pescara a bordo di un fuoristrada, la mattina presto del 15 giugno del 2017 per rintracciare il presunto creditore, dopo aver cercato di contattarlo telefonicamente. Hanno aspettato che uscisse di casa e avviasse il motore del suo furgoncino. A quel punto, si sono avvicinati posizionando il loro mezzo per evitare che scappasse e ribadendo la richiesta di pagamento del debito di 9.000 euro, per una pregressa fornitura di fiori. In che modo? Attraverso minacce con frasi del tipo: “ci devi dare i soldi…sali nella nostra macchina e vieni con noi…dobbiamo parlarne in privato”. E ancora, “Ti sparo se non tiri fuori i soldi, ti ammazzo ora”.

Subito dopo, lo hanno trascinato fuori dall’abitacolo, tirandolo per un braccio. Non solo, poiché lo hanno immobilizzato e percosso con pugni e calci alla costole, al collo e sulla testa. Una volta caduto per terra, i quattro hanno cercato di portarlo nella propria macchina. Il commerciante ha opposto resistenza e allora hanno provato ad investirlo con il fuoristrada, colpendolo ad una gamba.

A quel punto sono intervenuti i familiari dell’uomo, i quali hanno impedito che la situazione degenerasse ulteriormente. E il piano estorsivo è così saltato. Il commerciante ha comunque riportato dopo l’aggressione, svariate contusioni e la frattura di due costole, con prognosi di 15 giorni.
In seguito, i quattro tavianesi sono stati rintracciati e denunciati dall’uomo alla polizia pescarese.