“Pozzino” su droga, armi ed estorsioni: tre condanne, diverse assoluzioni e molti reati prescritti

L’inchiesta coordinata all’epoca dei fatti dal procuratore aggiunto Antonio De Donno, il 22 febbraio 2016 portò all’arresto di sei persone.

martello giudice sentenze

È giunto a conclusione il processo bis relativo all’operazione “Pozzino” che permise di smantellare un’associazione dedita a droga, armi ed estorsioni.

Il collegio della seconda sezione penale ( Presidente Stefano Sernia) ha inflitto tre condanne.
2 anni al boss Roberto Nisi, 61enne leccese (già detenuto nel carcere di Favignana); 1 anno e 2 mesi per Dario Rizzo, 40enne di Monteroni e Vito Rocco Mancarella, 48enne di San Cesario. Sono state riconosciute le attenuanti generiche a tutti e tre.

Assolti Maurizio Contaldo, 55enne di Lecce; Antonio De Carlo, alias “Tonio cauru”, 42enne di San Pietro in Lama;Luigi William Iaconisi, 40enne di Bagnolo del Salento; Mirko Vincenzo Ingrosso 29enne di San Cesario di Lecce; Gianluca Levante, detto “Gigio”, 36enne di Squinzano e Vito Rocco Mancarella ( per la detenzione di un fucile); Daniele D’Adamo, 35enne di Copertino ; Santo Erpete,67 anni di San Donato; Marcello Mancarella, 51enne di San Cesario di Lecce ( per un reato di detenzione d’armi).

Estinzione del reato per intervenuta prescrizione in favore di: Marco Caramuscio, 34enne di Monteroni di Lecce; Matteo Gonni, 46enne di San Pietro in Lama; Aldo Montinari, 73enne di Lecce; Francesco Gregorio Sambati, 38enne di Monteroni.

Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati: Ladislao Massari, Massimo Bellini, Alberto Corvaglia, Francesco De Giorgi, Stefano Pati.

Le accuse

I vari imputati rispondono, a vario titolo e in diversa misura, di: associazione a delinquere, ricettazione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi comuni da sparo.

L’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Antonio De Donno, il 22 febbraio 2016 portò all‘arresto di sei persone.

Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Gallipoli assieme ai colleghi della tenenza di Copertino, hanno permesso di sgominare un sodalizio criminale finalizzato alle estorsioni, ben trentacinque episodi, ai furti di autovetture, attrezzi e macchine agricole con la restituzione del bene al derubato dietro pagamento di una somma di denaro (il cosiddetto “cavallo di ritorno”),

Le indagini sono partite dal furto di un Fiat Dobló, a scopo di estorsione. Ogni pista ha portato a Luigi Tarantini. Da alcune intercettazioni, inoltre, è emerso come egli avesse rapporti frequenti con Roberto Nisi, già noto alle forze dell’ordine, per detenzione reiterata di armi in ingenti quantità per gli appartenenti al suo clan.

Il primo processo

Si è concluso con 12 condanne e ben 8 assoluzioni, il primo processo scaturito dall’Operazione “Pozzino” . Al termine della sentenza, emessa con il rito abbreviato dal gup Michele Toriello, l’impianto accusatorio ne è uscito ridimensionato.



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