Sono accusati di essersi appropriati di 61mila euro, “approfittando” di una delega. Si tratta di A. B., 44enne, originario di Nardò ma residente a Soleto e la moglie N. P. C., di 41 anni. Sono finiti sotto processo per appropriazione indebita, con l’aggravante del danno patrimoniale di rilevante entità.
Il rinvio a giudizio è stato disposto nelle scorse ore dal gup Angelo Zizzari, al termine dell’udienza preliminare. Il giudice ha accolto l’istanza del sostituto procuratore Donatina Buffelli, titolare dell’inchiesta.
Il processo si aprirà si aprirà l’11 maggio del 2023, dinanzi al giudice monocratico Mauro Marangio. Come detto, si tratta al momento solo di accuse ed i due imputati potranno difendersi nel corso del dibattimento, assistiti dall’avvocato Ubaldo Macrì. Secondo la difesa, infatti, i prelievi erano frutto di un accordo tra le parti. I titolari dell’azienda, intanto, si sono già costituiti parte civile nel corso dell’udienza preliminare con gli avvocati Silvio Verri e Alessandra Pavese.
Le indagini
Le indagini, condotte dai militari della Guardia di Finanza, hanno preso il via dalla denuncia dei titolari di un’azienda agricola. Secondo l’accusa, i fatti si sarebbero verificati tra agosto e settembre del 2021, tra Soleto e Maglie. Nello specifico, nonostante fosse già cessato il rapporto di lavoro con una società agricola di Carpignano Salentino, il 44enne di Soleto avrebbe eseguito delle transazioni indebitamente. In che modo? Secondo l’accusa avrebbe approfittato del fatto che erroneamente non fosse stata ancora annullata formalmente presso l’istituto bancario di riferimento la sua delega a gestire il conto. In questo modo, ritiene sempre la pubblica accusa, A.B. avrebbe eseguito una serie di bonifici sia sul proprio conto che su quello della consorte, per una cifra complessiva di circa 61mila euro, utilizzando a volte come causale la voce “rimborso spese”. In una circostanza, siamo al 25 agosto del 2021, A.B. avrebbe prelevato indebitamente la somma di 1.000 euro da uno sportello bancario di Maglie.
