Sarà il Tribunale del Riesame a pronunciarsi sulla richiesta di scarcerazione dell’avvocato Francesco D’Agata, arrestato il 12 ottobre scorso per una presunta truffa ai danni di una senegalese, corredata da una falsa sentenza. I difensori del 38enne leccese, Luigi e Roberto Rella, hanno già presentato l’istanza e nelle prossime ore sarà fissato il giorno dell’udienza. In quella data, i legali chiederanno la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare.
Ricordiamo che lunedì scorso, il gip Cinzia Vergine ha rigettato una prima richiesta di scarcerazione o di sostituzione della misura, presentata dai difensori che ritenevano insussistenti le esigenze cautelari, anche in virtù di una serie di elementi che dimostrerebbero la “debolezza” del quadro probatorio.
La versione fornita dall’avvocato D’Agata sarebbe diametralmente opposta a quella della signora senegalese. Riguardo il reato principale di truffa aggravata, ha ricostruito la dinamica affermando che dopo aver vinto la causa e ottenuto più di 600mila euro dal Fondo Vittime della Strada, avrebbe concluso un “patto di quota lite” (doveva essere retribuito in proporzione alle somme percepite come risarcimento del danno dalla signora senegalese coinvolta in un terribile incidente stradale). Non solo, Francesco D’Agata avrebbe anche sostenuto che la falsificazione della sentenza sia stata messa in atto dalla signora senegalese, per occultare al marito la cifra esatta del risarcimento. Dunque, sarebbe stata la presunta vittima a versare le somme di denaro “contestate”.
Il giudice delle indagini preliminari ha ritenuto (attraverso l’ordinanza con cui ha rigettato l’istanza di scarcerazione) che le dichiarazioni di D’Agata fossero inattendibili e contraddittorie. Anche perché, la signora senegalese ed il marito sono stati riascoltati dal magistrato e la loro versione è stata, invece, ritenuta veritiera. La donna ha fermamente respinto “l’accusa” di aver falsificato la sentenza. Tesi credibile per il giudice che ha ritenuto inverosimile come la donna, sprovvista di competenze specifiche, potesse mettere in atto un’operazione tecnica e complessa.
Adesso sarà il Tribunale del Riesame a decidere sulla scarcerazione di D’Agata anche sulla scorta delle due differenti versioni.
