Presunte collusioni tra mafia e politica. Chiesta la condanna a 10 anni per ex vicesindaco di Sogliano Cavour

Il pubblico ministero ha chiesto anche la condanna a 16 anni per uno dei presunti capi del clan Coluccia di Noha.

Chiesta la condanna alla pena di 16 anni di reclusione per Antonio Coluccia, uno dei presunti capi dell’omonimo clan di Noha.

Sul banco degli imputati compare anche Luciano Biagio Magnolo, ex vicesindaco ed ex assessore alle politiche sociali del comune di Sogliano Cavour, per concorso esterno in associazione mafiosa. Nei suoi confronti è stata chiesta la condanna a 10 anni.

In mattinata, infatti, dinanzi al collegio della prima sezione penale (presidente Fabrizio Malagnino, a latere Maddalena Torelli e Marco Marangio), si è tenuta in aula la requisitoria del pm Carmen Ruggiero della Direzione Distrettuale Antimafia che ha ricostruito in aula l’inchiesta “Contatto”. L’indagine, condotta dai Carabinieri di Maglie ( tra il 2013 ed il 2016), ha  fatto luce su una presunta associazione mafiosa facente capo al clan “Coluccia” di Noha-Galatina, operante in particolare, nei comuni di Sogliano Cavour, Galatina, Cutrofiano, sulla scorta di una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali.

Il pm ha fatto inoltre  riferimento alle dichiarazioni rese in aula da due collaboratori di giustizia. Parliamo di Vincenzo Antonio Cianci (già condannato in via definitiva) e Gerardo Dino Coluccia. Il pm ha chiesto, nei confronti di Antonio Coluccia, 66 anni di Noha (frazione di Galatina), la condanna a 16 anni per associazione mafiosa e l’assoluzione per il reato di associazione finalizzata allo spaccio di droga.

Il pm si è poi soffermato sui rapporti del clan con l’amministrazione comunale di Sogliano Cavour, all’epoca dei fatti. Ed in particolare, ha sostenuto che Luciano Biagio Magnolo, 44enne di Sogliano Cavour, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, “provvedeva al mantenimento del clan Coluccia attraverso contributi agevolativi”.

Inoltre, il pm Ruggiero ha chiesto la condanna a 12 anni per Andrea Giannuzzo, 35enne di Cutrofiano, di sette rapina difeso dall’avvocato Michelangelo Gorgoni  ed a 8 anni e 3 mesi per Tamara De Simone, 48enne di Cutrofiano. Invece, è stata chiesta l’assoluzione per Rocco Stampete, 58enne di Corigliano ed il non luogo a procedere e per Antonio Rosario Nucida, 32enne di Corigliano d’Otranto e per Sonia Murinu, 47enne di Sogliano Cavour.

Successivamente, si sono tenute le arringhe difensive. Il collegio è composto, tra gli altri, dagli avvocati: Giuseppe e Michele Bonsegna, Luigi Greco, Ladislao Massari, Michelangelo Gorgoni, Simone Viva,  Donato Sabetta, Enrico Chirivì, Giuseppe Gatti, David Alemanno.

Il processo è stato rinviato al 4 ottobre per eventuali repliche e sentenza.

Intanto, ricordiamo, la maggior parte degli imputati è stata già giudicata con il rito abbreviato.

Ricordiamo che a seguito dell’inchiesta “Contatto”, il Comune di Sogliano Cavour è stato sciolto per infiltrazioni mafiose dal Consiglio dei Ministri e poi commissariata. Dopo le elezioni del settembre del 2020 è stato eletto il nuovo sindaco.

 



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