Abusivismo edilizio in località “Arenosa”, per costruire una diga. La Procura invoca tre condanne

Intanto, però la Pubblica Accusa ha chiesto di poter produrre nuova documentazione e il processo è stato aggiornato al 21 gennaio.

Procura Generale Lecce

La Procura chiede tre condanne per i presunti abusi edilizi nella realizzazione di una mastodontica diga marittima in località “Arenosa”. In mattinata, dinanzi al giudice monocratico Fabrizio Malagnino, ha discusso il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone che ha invocato la pena di 1 anno e 4 mesi per: Alessandro Arseni, 67enne di Diso, responsabile dell’ufficio Tecnico comunale; Vito Antonio Morello, 51 anni di Caprarica, legale rappresentante della omonima impresa che si è aggiudicata l’appalto dei lavori; Primo Stasi, 62enne di Lecce, legale rappresentante della Etacons, progettista e direttore dei lavori. Rispondono dei reati di abusivismo edilizio ed inquinamento ambientale. Intanto, però la Pubblica Accusa ha chiesto una modifica del capo d’imputazione e di poter produrre nuova documentazione. Il processo è stato aggiornato al 21 gennaio e non è escluso che si ritorni all’istruttoria dibattimentale.

Il collegio difensivo, che ha chiesto un termine a difesa per poter visionare l’ulteriore documentazione, è composto dagli avvocati Andrea Sambati, Tommaso Millefiori, Alessandro Caggia, Domenico Mastrolia, Laura Minosi

L’inchiesta

Le indagini sono state svolte dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Tricase e dalla Capitaneria di Porto di Gallipoli. Secondo l’accusa, rappresentata dai pubblici ministeri Roberta Licci ed Elsa Valeria Mignone, i tre imputati, in concorso tra loro, avrebbero effettuato in zona costiera sita a Marittima di Diso, località Arenosa, (ricompresa nel Parco Naturale Costa d’Otranto e ricadente nell’ambito del SIC “Costa d’Otranto – Santa Maria di Leuca”) una serie di interventi edilizi illegittimi.

In particolare, viene contestata la realizzazione di una mastodontica diga marittima estesa per un area di circa 6.250 mq., con l’utilizzo di circa 24mila tonnellate di massi. I progetti presentati ed assentiti per “intervento di difesa e consolidamento del tratto di costa in località Arenosa” avrebbero, secondo la Procura, modificato il profilo della scogliera e determinato la distruzione e comunque il deturpamento della biodiversità dei fondali interessati dall’intervento.

Il cantiere, occorre ricordare, venne sottoposto a sequestro preventivo, nell’aprile del 2016. Inoltre, nel corso delle indagini, è stata eseguita una perizia tecnica, su incarico del pubblico ministero, affidata ai prof. Paolo Sansò e Ferdinando Boero.