Presunti “furbetti” della tassa di soggiorno. Procura chiude l’inchiesta. Ci sono 25 indagati per peculato

Si tratta di titolari di strutture ricettive, tra cui bed and breakfast, hotel ed un lido. I presunti illeciti si sarebbero verificati per sei anni, nel periodo compreso tra il 2013 ed il 2018.

La Procura chiude l’inchiesta sui presunti illeciti nel pagamento della tassa di soggiorno, nell’ambito del Comune di Lecce. L’avviso di conclusione delle indagini preliminari porta la firma del sostituto procuratore Roberta Licci. Sono 25 le persone indagate per l’ipotesi di reato di peculato. Si tratta di titolari di strutture ricettive, tra cui bed and breakfast, hotel ed un lido.

Sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Antonella Corvaglia, Stefano De Francesco e Salvatore Pinnetta. Avranno venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati per produrre memorie difensive, prima che il pm avanzi la richiesta di rinvio a giudizio.

L’inchiesta

I presunti illeciti si sarebbero verificati per sei anni nel periodo compreso tra il 2013 ed il 2018. Il pm Licci ritiene che i titolari o i legali rappresentanti delle strutture ricettive si sarebbero appropriati di somme di denaro incassate a titolo di imposta di soggiorno. E nello specifico, come si legge nell’avviso di conclusione: “omettendo o ritardandone il versamento di quanto in loro possesso, con conseguente danno per l’amministrazione del Comune di Lecce”.

Le indagini hanno riguradato i titolari o gli ex titolari di ben venti bed and breakfast. In questo caso, le somme trattenute o pagate in ritardo oscillerebbero tra cifre molto basse, in un caso, si parla di appena 12 euro per il 2017, fino ad arrivare ad importi più consistenti, come 1.442 euro versati oltre i termini previsti (sempre nello stesso anno), riguardanti un altro b&b. Più alti, complessivamente, gli importi contestati dalla Procura, ai titolari di quattro alberghi. Difatti, si fa riferimento a cifre comprese tra i 129,50 euro fino a ben 62.228 euro. Non solo, poiché in alcuni casi, i presunti illeciti sarebbero avvenuti per vari anni consecutivi. Anche per loro, si fa riferimento sia ad omessi versamenti che a somme di denaro versate in ritardo.

Come detto, è accusato di peculato anche il titolare di un lido. In questa circostanza la contestazione riguarda la somma di 1.916 euro per il 2017, versata oltre i termini previsti.



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