Si conclude con la condanna a 1 anno e 2 mesi, con sospensione della pena, il processo a carico del noto reumatologo leccese Maurizio Muratore per un presunto raggiro ai danni dell'Asl. Al termine del processo con il rito abbreviato, il gup Cinzia Vergine ha emesso sentenza di colpevolezza verso il medico 64enne di Lecce per il reato di peculato. Il giudice ha disposto anche il risarcimento verso la parte civile da liquidare in separata sede. Muratore è difeso degli avvocati Pasquale e Giuseppe Corleto. In precedenza, il pubblico ministero Cataldo Motta aveva chiesto la condanna a 3 mesi, riqualificando il reato di peculato in appropriazione indebita.
Secondo l'accusa, il 64enne Maurizio Muratore, Dirigente dell'Unità Operativa di Reumatologia del presidio ospedaliero di San Cesario, avrebbe ricevuto il corrispettivo da cinque pazienti visitati in regime di libero professionista intramoenia, senza versare la percentuale spettante alla Asl. La somma complessiva trattenuta da Muratore risulterebbe di 500 euro (100 euro per ogni visita). Il periodo dei presunti raggiri sarebbe compreso tra gennaio e maggio del 2014.
Ricordiamo che il gip Alcide Maritati respinse l'istanza di archiviazione formulata dal procuratore Cataldo Motta. Il giudice riteneva che il reato commesso dal reumatologo leccese fosse di appropriazione indebita – compiuto non nelle vesti di medico dell’Asl, ma di libero professionista – per il quale non si sarebbe potuto procedere per difetto di querela.
Secondo il gip Maritati, invece, l'accusa di peculato era fondata, e anche nell'eventualità in cui il reato fosse stato quello di appropriazione indebita si poteva comunque procedere anche senza querela, essendoci l'aggravante della prestazione d'opera. Si arrivò così la richiesta di rinvio a giudizio nei riguardi di Muratore da parte del pubblico ministero Paola Guglielmi.
Le indagini presero il via a seguito dell'esposto presentato nel giugno 2014, da una vigilessa di Brindisi. Gli accertamenti furono svolti dal Nas dei carabinieri di Lecce, rivelando altri casi.
