Accusa i titolari della farmacia di licenziamento perché incinta. Finisce sotto processo per diffamazione

Al termine dell’udienza preliminare, il gup ha rinviato a giudizio sia la donna intervistata che l’intervistatrice di una nota trasmissione televisiva nazionale.

Finisce sotto processo per avere accusato ingiustamente i titolari di una farmacia, dichiarando nel corso di un’intervista rilasciata a una nota trasmissione televisiva, di essere stata licenziata, perché in stato di gravidanza.

Nelle scorse ore, il gup Marcello Rizzo al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio sia la donna intervistata che l’intervistatrice con l’accusa di diffamazione aggravata.

Il processo si aprirà il 22 ottobre, dinanzi al giudice monocratico Maddalena Torelli. Le due imputate, assistite dagli avvocati Giovanni Gabellone e Salvatore Pino potranno dimostrare l’estraneità alle accuse nel corso del dibattimento. I legali rappresentanti di una farmacia del Nord Salento si sono costituiti parte civile, con l’avvocato Walter Tundo, ritenendo che non ci sia stato alcun ingiusto licenziamento, ma solo una naturale scadenza del contratto.

In base all’accusa formulata dalla Procura, nel mese di febbraio del 2019, una 35enne della provincia di Lecce, dipendente della farmacia, avrebbe raccontato in prima persona la propria esperienza, nel corso di un’intervista, andata in onda durante una nota trasmissione televisiva nazionale, che recava il titolo in sovrimpressione: “…., licenziata perché incinta“. “Il mio posto preso da un uomo”.

Durante l’intervista, la 35enne dichiarava: “basta rimanere incinta per rimanere a casa e non valere più nulla”. Questo mi son detto. Basta così poco per non valere nulla. Basta diventare mamma?”. E una voce fuori campo interveniva per rimarcare il concetto, aggiungendo: “Quello che ha vissuto…. è il problema più temuto dalle donne che hanno un impiego nel settore privato, quello cioè di perdere il posto di lavoro una volta rimaste incinta”. Alla ripresa dell’intervista, la 35enne riferiva come il problema era subentrato “quando sono rimasta incinta”. Dunque, nel momento in cui il datore di lavoro le avrebbe negato il rinnovo del contratto a causa del suo stato interessante, escludendo esplicitamente ogni possibilità di reimpiego in futuro e aggiungendo in tono di scherno: “Non vuoi farti la femminuccia pure?”. E ancora, si legge nel capo d’imputazione. La presunta vittima di ingiusto licenziamento, avrebbe pubblicato sul suo profilo Facebook il video del servizio, aggiungendo la didascalia: “L’intervista riguarda una situazione nota a molte donne con la sola colpa di essere diventate mamme”. Ed avrebbe anche risposto ai commenti che alcuni utenti avevano formulato in merito al video pubblicato, affermando tra le altre cose: “Non sono né la prima nè l’ultima in Italia ad avere questo trattamento”. E ancora, “Non cambierà nulla… hanno le spalle sempre coperte… ma almeno mi sono tolta un sassolino dalla scarpa”.



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