Omicidio di Daniele ed Eleonora, la Procura generale chiede la conferma della condanna all’ergastolo per De Marco

Il procuratore generale Antonio Maruccia ha anche chiesto, nel corso del processo di Appello, l’applicazione dell’isolamento diurno per un anno

La Procura generale chiede la conferma della condanna all’ergastolo e l’applicazione dell’isolamento diurno per un anno, nei confronti di Antonio De Marco, il 23enne che uccise con quasi 80 coltellate Daniele De Santis e la fidanzata Eleonora Manta.

In mattinata, presso l’aula bunker del carcere di Borgo San Nicola, dinanzi ai giudici della Corte d’Assise d’Appello (presidente Vincenzo Scardia e giudici popolari), ha preso il via il processo di secondo grado.

Durante la prima udienza, alla quale De Marco non era presente, è iniziata la discussione delle parti. Il primo a prendere la parola è stato il procuratore generale Antonio Maruccia che ha esordito, affermando: “Si tratta di una vicenda che entra nella storia giudiziaria e criminale del nostro distretto per l’efferatezza e che ha ferito il sentimento di ciascuno”. Ed ha aggiunto: “Si tratta dell’apoteosi del sadismo e della cattiveria e non nascondo il turbamento nel vedere le immagini del sopralluogo, nonostante i 41 anni di esperienza professionale”. E si è soffermato su Eleonora e Daniele parlando di: “Una coppia bellissima e due persone straordinarie con una prospettiva di vita basata sul sacrificio”.

Il procuratore generale si è poi soffermato sul movente dell’omicidio, affermando che De Marco ha agito mosso “dall’invidia per i due fidanzati e per quello che realizzavano e il suo obiettivo principale era Daniele”.

In seguito, la pubblica accusa ha ricostruito le indagini, sottolineando l’ottimo lavoro degli inquirenti ed ha esaminato i motivi di Appello della difesa. Anzitutto si è soffermato sulla perizia psichiatrica eseguita dai consulenti del tribunale, sostenendo come sia stata approfondita ed esaustiva, anche perché De Marco ha lasciato tracce genuine del suo vissuto, attraverso gli scritti.

Il procuratore generale si è anche soffermato sulle aggravanti contestate. Ed ha sottolineato come abbia agito con crudeltà e premeditazione, come emergerebbe dalle quasi 80 coltellate inflitte ai due fidanzati e in base ad una logica, avendo programmato l’omicidio nei minimi particolari e con piena consapevolezza.

Il procuratore generale ha concluso la requisitoria, sostenendo che De Marco era capace d’intendere e di volere al momento dei fatti e chiedendo la conferma della condanna all’ergastolo per omicidio con le aggravanti della premeditazione e della crudeltà.

Nel corso della requisitoria, è stato discusso anche l’Appello della Procura ed il Procuratore Generale ha chiesto di applicare a De Marco, l’isolamento diurno per 1 anno, dopo la condanna all’ergastolo emessa dalla Corte d’Assise.

Il pm Maria Consolata Moschettini che aveva presentato ricorso in Cassazione riteneva che trattandosi di duplice omicidio, si doveva tener conto dell’articolo 72 comma 1, poiché a De Marco non sono state riconosciute le attenuanti generiche e sono state applicate le aggravanti della premeditazione e della crudeltà.

Dopo la requisitoria del procuratore generale prenderanno la parola gli avvocati di parte civile.

La famiglia di Daniele De Santis, arbitro leccese di 33 anni, è difesa dagli avvocati Mario Fazzini e Renata Minafra. La mamma, lo zio e la nonna di Eleonora Manta, 30enne originaria di Seclì, laureata in giurisprudenza con un impiego all’Inps, sono assistiti dagli avvocati Francesco Spagnolo, Stefano Miglietta, Fiorella d’Ettorre. Il papà è invece difeso dall’avvocato Luca Piri.

I legali di Antonio De Marco, il 23enne che uccise con quasi 80 coltellate Daniele De Santis e la fidanzata Eleonora Manta discuteranno nella prossima udienza e dopo verrà emessa la sentenza dei giudici.

Secondo la difesa rappresentata dagli avvocati Andrea Starace e Giovanni Bellisario che ha impugnato la sentenza di primo grado, Antonio De Marco, studente di scienze infermieristiche, sarebbe affetto da un vizio di mente ed era incapace d’intendere e di volere al momento dei fatti. Nello specifico, si tratterebbe di una grave condizione psicopatologica dello spettro autistico, che sarebbe emersa dalle conclusioni dei consulenti di parte Elio Serra e Felice Carabellese. Inoltre, la difesa ritiene come la perizia psichiatrica dei consulenti del tribunale, il professore Andrea Balbi ed il neuropsichiatra Massimo Marra, sia inadeguata nelle modalità con cui è stata espletata e nelle conclusioni. In essa si parla di un disturbo narcisistico della personalità. E per questo motivo, la difesa aveva già chiesto ai giudici della Corte d’Assise, di disporre una nuova perizia (l’istanza è stata rigettata) e rinnoverà la richiesta, che compare già nei motivi di Appello, nel corso del processo di secondo grado. I legali ritengono necessario stabilire le condizioni mentali di De Marco quando ha ucciso, attraverso una consulenza con un approccio metodologico differente da affidare a specialisti di alto profilo.

Ricordiamo che il 7 giugno scorso, la Corte d’Assise (presidente Pietro Baffa, a latere Maria Francesca Mariano e giudici popolari) ha emesso la sentenza di condanna al carcere a vita nei confronti del 23enne di Casarano. E il giudice Mariano afferma nelle motivazioni della sentenza: “Scelse di uccidere con estrema lucidità e programmò anche per iscritto con dovizia minuziosa dei particolari ogni fase del delitto e quanto occorreva acquistare per la sua realizzazione”.

I giudici di primo grado hanno disposto un maxi risarcimento del danno in favore dei famigliari della coppia, barbaramente assassinata con quasi 80 coltellate, nell’abitazione di via Montello a Lecce, il 21 settembre del 2020.



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