Processo di Appello ‘Eclissi’: conferme di condanna, sconti di pena e assoluzioni

Un contributo importante per le indagini ed il processo, è arrivato dalle dichiarazioni di Gioele Greco, 30enne leccese, anch’egli imputato.

Si conclude con molte conferme di condanna, ma anche sconti di pena e alcune assoluzioni, il maxi processo di Appello”Eclissi”. Dall’aula bunker di Borgo San Nicola, la Corte presieduta da Vincenzo Scardia, ha emesso pochi minuti fa, la sentenza.

Un contributo importante per le indagini ed il processo, è arrivato dalle dichiarazioni di Gioele Greco, 30enne leccese. Questi risultava anche imputato ed è stato condannato a 6 anni e 4 mesi, (in primo grado a 8 anni), in considerazione del suo status di “collaboratore di giustizia”.

Le carte dell’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, Guglielmo Cataldi, oltre a rivelare gli affari sporchi della Scu, raccontano la guerra tra clan: quello dei fratelli Leo di Vernole e l’altro capeggiato da Ivan Firenze, condannato a 20 anni ( per il vincolo della continuazione) e Cristian Pepe, 43enne di Lecce, sempre a 20 anni, come in primo grado.

Il capobastone Pasquale Briganti, 48 anni di Lecce, è stato condannato a 20 anni ( per il vincolo della continuazione), mentre la compagna Carmen Blaco, 43enne di Lecce, dovrà scontare una pena di 5 anni e 4 mesi ( in primo grado 6 anni ed 8 mesi).

Assolto Mauro Cucurachi di Lizzanello, condannato in primo grado a 3 anni e 6 mesi.È difeso dagli avvocati Umberto Leo e Gianfranco Gemma.
Non solo, anche Simone Zimari 26 anni di Lecce, difeso dall’avvocato Raffaele Benfatto, ( 4 anni ed 8 mesi in primo grado).
Assolto anche Mohammed Koundafi, di origini marocchine ma residente a Lecce( 4 anni ed 8 mesi in primo grado)
Gli imputati sono difesi dagli avvocati: Sergio Luceri, Raffaele Benfatto, Rita Ciccarese, Giancarlo Dei Lazzaretti, Elvia Belmonte, Ladislao Massari, Gabriele e Giovanni Valentini, Michelangelo Gorgoni, Fulvio Pedone, Antonio Savoia, Paolo Cantelmo, Stefano Prontera, Alessandro Stomeo e Luigi De Mitri Aymone, Massimiliano Petrachi, Luigi e Roberto Rella, Pantaleo Cannoletta, Alexia Pinto, Alessandro Costantini Dal Sant, Mariangela Calò, Cosimo Rampino, Massimo Manfreda, Gabriella Mastrolia, Eridania Margheriti, Benedetto Scippa, Donata Perrone, Mario Coppola, Luigi e Alberto Corvaglia, Riccardo Giannuzzi, Dario Congedo, Walter Gravante, Davide Pastore, Stefania Sergi, Donato Sabetta, David Alemanno, Giuseppe De Luca, Ivan Feola, Mario Stefanizzi, Paolo Manno.

Inoltre, le indagini hanno svelato i retroscena del suicidio di Luca Rollo, il 21enne di Cavallino che decise di togliersi la vita il 12 gennaio del 2014, ormai sfiancato dalle continue minacce del clan per un debito di droga non pagato.I genitori e il fratello di Luca Rollo, si sono costituiti parte civile, con gli avvocati Fabio Corvino e Marino Giausa, nei confronti di tre imputati. In loro favore, la Corte di Appello ha confermato il risarcimento del danno da quantificare in separata sede.

In primo grado, il gup Giovanni Gallo, al termine dell’abbreviato nei confronti di ben 79 imputati, aveva inflitto ben 500 anni di carcere, assolvendo, però, 12 imputati.

Invece, si è concluso il filone processuale con rito ordinario, riguardante il presunto monopolio della Scu, nell’affare dei manifesti elettorali, in occasione delle comunali leccesi del 2012.



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