Ex carabiniere freddato con quattro colpi di fucile dinanzi al figlio. Disposta una doppia perizia sul presunto killer

In mattinata, dinanzi ai giudici della Corte d’Assise, presidente Baffa, a latere Mariano e giudici popolari, si è svolta la prima udienza del processo.

Disposta una doppia perizia sul presunto killer dell’ex carabiniere Silvano Nestola, per valutare la sua compatibilità con il carcere a causa di problematiche di salute e la capacità di partecipare al processo.

In mattinata, dinanzi ai giudici della Corte d’Assise (presidente Pietro Baffa, a latere Maria Francesca Mariano e giudici popolari), si è svolta la prima udienza del processo.

Anzitutto, è stata disposta una consulenza, affidata al medico legale Alberto Tortorella, per verificare se Michele Aportone, 70enne di San Donaci (il padre della ex compagna di Nestola), debba rimanere in carcere oppure ottenere gli arresti domiciliari (una precedente istanza era stata rigettata dal gip), come richiesto dalla difesa rappresentata dall’avvocato Francesca Conte.

Su quest’ultimo punto, il pm Alberto Santacatterina, in base a quello che sarà l’esito della perizia, ha dato già parere favorevole alla richiesta. Non solo, poiché  il legale di Aportone ha chiesto di stabilire la capacità del proprio assistito di stare in giudizio e ciò sarà valutato contestualmente dal medico legale. Erano presenti in aula i familiari di Silvano Nestola, l’ex carabiniere freddato con quattro colpi di fucile, dinanzi al figlio, che si erano già costituiti parte civile con gli avvocati Enrico Cimmino e Vincenzo Maggiulli, al termine dell’udienza preliminare, svoltasi nei mesi scorsi davanti al gup Marcello Rizzo.

Michele Aportone risponde delle accuse di  omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dai motivi abietti e futili e detenzione illegale di arma da fuoco.

L’udienza è stata aggiornata al 20 dicembre in aula bunker, quando inizierà il dibattimento ed è previsto, come chiesto dal pm, la proiezione di dispositive relative alle indagini sull’omicidio.

Inoltre, ci sarà l’ascolto dei primi testimoni, tra cui i carabinieri che hanno condotto gli accertamenti investigativi.

L’imputato è difeso dall’avvocato Francesca Conte e potrà dimostrare l’estraneità alle accuse nel corso del dibattimento.

Invece, è stata già archiviata la posizione della moglie Rossella Manieri, 62enne originaria di Copertino, inizialmente indagata per concorso in omicidio, come richiesto dalla Procura.

Le indagini

Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini coordinate dai pubblici ministeri Paola Guglielmi e Alberto Santacatterina e condotte dai Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Lecce, Silvano Nestola dopo essersi separato dalla moglie aveva iniziato dall’estate scorsa una relazione con la figlia di Michele Aportone (anch’ella separata). Tale rapporto non era visto di buon grado ed era fortemente osteggiato da quest’ultimo e da sua moglie, che vedevano in Silvano il responsabile della separazione della figlia dal marito.

A quel punto, Michele Aportone avrebbe premeditato l’omicidio, come sostenuto dai pm: “non approvando la relazione sentimentale tra la vittima e la figlia trentaseienne”.

A corroborare i riscontri dei carabinieri, le immagini di un sistema di videosorveglianza installato in una zona non distante dall’area sosta camper (di cui Michele Aportone risulta titolare) che ritraggono l’uomo a bordo del suo Fiat Ducato alle ore 19.30 circa del 3 maggio del 2021, giorno in cui viene ucciso Silvano Nestola. Il 70enne esce per raggiungere l’abitazione di Copertino. Le immagini, successivamente, lo riprenderanno anche al rientro in quella stessa area camper alle ore 22.30 circa, evidentemente dopo aver consumato l’omicidio.

Per i militari dell’Arma, Aportone non avrebbe compiuto il tragitto verso casa della sorella dell’uomo che aveva intenzione di uccidere a bordo sempre del furgone. Le risultanze investigative avrebbero evidenziato come ad un certo punto, dopo aver lasciato il furgone nei pressi di una carrozzeria di Leverano, l’uomo aveva proseguito il percorso a bordo di un ciclomotore che evidentemente aveva dapprima caricato sullo stesso mezzo.

L’arresto

Ricordiamo che Michele Aportone venne arrestato il 24 novembre del 2021 dai Carabinieri su ordinanza a firma del gip Sergio Tosi. Nei giorni precedenti, un vizio procedurale rilevato dal Riesame aveva annullato l’ordinanza del 29 ottobre e restituito la libertà al padre della ex compagna del maresciallo. In seguito, il Tribunale del Riesame (relatore Giovannni Gallo) ha confermato l’arresto e la misura del carcere.

Apportone, come sostenuto dalla Procura, si sarebbe appostato armato tra la vegetazione nei pressi dell’abitazione della sorella di Nestola. E lo avrebbe attinto, uccidendolo con quattro colpi di fucile, al fianco destro, all’addome ed alla spalla (come confermato dall’autopsia del medico legale Roberto Vaglio), dinanzi al figlio.



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