Processo “case popolari”. Arriva la condanna per ex assessori ed ex consiglieri comunali

Sono stati stabiliti i risarcimenti per le parti civili, tra cui il Comune di Lecce, la Regione Puglia ed Arca Puglia. La sentenza prevede anche numerose assoluzioni.

Arrivano alcune condanne, tra cui quelle per gli ex assessori Attilio Monosi e Luca Pasqualini e per l’ex consigliere d’opposizione, Antonio Torricelli, al termine del processo con 36 imputati sui presunti illeciti per l’assegnazione degli alloggi popolari in cambio di voti. Nel pomeriggio di oggi, i giudici della seconda sezione collegiale (presidente Pietro Baffa, a latere Luca Scuzzarella e Roberta Maggio), presso l’aula bunker di Borgo San Nicola, hanno inflitto: 3 anni e 6 mesi di reclusione per Attilio Monosi, 53 anni di Lecce, ex assessore al bilancio della giunta comunale guidata dal sindaco Paolo Perrone (chiesti 9 anni); 5 anni per Luca Pasqualini, 52 anni di Lecce, ex assessore al traffico della stessa giunta (7 anni e 6 mesi). E poi, inflitti 4 anni per Antonio Torricelli, 79 anni di Lecce, ex vicepresidente del consiglio comunale, in quota Pd (il pm aveva chiesto 6 anni e 6 mesi).

E ancora, condanna a 3 anni, per l’ex dirigente comunale, Pasquale Gorgoni, 68enne leccese (chiesti 6 anni ed 8 mesi). E poi, 3 anni e 6 mesi per Paolo Rollo, 65enne leccese, ex dirigente dell’ufficio casa; 3 anni a Sergio De Salvatore, 62enne leccese, ex dirigente dell’ufficio Erp. E poi, 4 anni per Monia Gaetani, 49enne di Lecce; 3 anni per Monica Durante, 47enne leccese; 2 anni ed 8 mesi per Francesca Sansò, 53enne di Lecce;  2 anni e 6 mesi per Raffaele Guido, 72enne leccese; 2 anni e 8 mesi alla 39enne leccese, Liliana Guido; 10 mesi per Giuseppe Nicoletti,  70enne (tutti di Lecce).

Sono state emesse condanne per il reato di falso, mentre quello di peculato è stato riqualificato in peculato per distrazione. Al termine del processo è caduta l’accusa di associazione per delinquere.

La sentenza prevede anche pene accessorie come l’interdizione dai pubblici uffici e l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione.

Infine, sono stati stabiliti i risarcimenti per le parti civili. Nello specifico, una provvisionale di 100mila ciascuno in favore di Comune di Lecce, Codacons ed Arcasud Salento e di 10.000 euro (nei confronti di Raffaele Guido e Giuseppe Nicoletti), in favore di Piero Scatigna, l’uomo che fu pestato e minacciato di morte perché, stando alle carte dell’inchiesta, denunciò il sistema illegale di assegnazione degli appartamenti.

Disposta l’assoluzione per l’abuso d’ufficio, poiché abrogato con la legge Nordio. E il non doversi procedere per prescrizione per corruzione elettorale e occupazione abusiva.

I giudici hanno disposto numerose assoluzioni come quella per Damiano D’Autilia, 46enne leccese, ex consigliere comunale ed attualmente presidente di Sgm (chiesta la condanna a 2 anni e 2 mesi) e per Giuseppe Naccarelli, 54enne di Lecce, ex dirigente comunale. Ed anche per Piera Perulli, 56enne Leccese (difeso dall’avvocato Mariangela Calò) e Giovanni Puce, 53enne, originario di Maglie (difeso dall’avvocato Ivana Quarta) ex dirigenti dell’ufficio casa e per Luisa Fracasso, 48enne, originaria di Galatina, nelle vesti di vigile urbano; Raffaele Liccardi, di Lizzanello (difeso dall’avvocato Giovanni Montagna) .

Non doversi procedere per prescrizione per Nunzia Brandi, 76enne leccese, ex assessore allo Sport.

Assoluzione o prescrizione dei reati per: Giovanni Bene, Antonio Briganti, Angelica Camassa, Barbara Cazzella, Rosario D’Elia, detto Andrea, Douglas Durante, Cristian Elia, Piergiovanni Miggiano, Andrea Mello, Diego Monaco, Gessica Palazzo, Laura Panzera, Vincenzo Raho, Salvatore Rizzo, Amedeo Scialpi, Vanessa Tornese (tutti di Lecce) e Nicolina Pulimeno, di Corigliano d’Otranto.

Nella scorsa udienza, il pm Massimiliano Carducci, ha ricostruito la gestione degli alloggi popolari a Lecce, nel periodo compreso tra il 2013 e il 2016-2017. Secondo l’accusa, c’era una vera e propria associazione a delinquere, di cui Attilio Monosi rivestiva  il ruolo di capo promotore ed ideatore a dare “veste legale” alle assegnazioni degli alloggi parcheggio di proprietà comunale. In particolare, Monosi, organizzava le illecite assegnazioni di immobili confiscati alla mafia ed assegnati al Comune di Lecce, in cambio di utilità elettorali.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi e dai sostituti procuratori Massimiliano Carducci e Roberta Licci, culminò con numerosi arresti e misure interdittive.

L’inchiesta prese il via dalla denuncia del Direttore generale di Arca Sud Salento, Sandra Zappatore che riferì delle “anomalie” nella’assegnazione degli alloggi popolari.

La posizione degli ex sindaci di Lecce, Paolo Perrone e Adriana Poli Bortone, venne archiviata. Tra gli indagati, compariva anche il senatore della Lega, Roberto Marti, la cui posizione venne archiviata.

Il collegio difensivo

Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati: Giuseppe Corleto, Riccardo Giannuzzi, Luigi Covella, Amilcare Tana, Stefano De Francesco, Ivana Quarta, Mario Rossi, Umberto Leo, Giancarlo Dei Lazzaretti, Giovanni Montagna, Giuseppe Presicce, Viviana Labbruzzo, Tommaso Donvito, Alessandro Caprioli, Mariangela Calò, Luigi e Roberto Rella, Mario Ingrosso, Benedetto Scippa, Paolo Cantelmo, Mario Ciardo, Antonio Savoia, Salvatore De Mitri, Silvio Verri, Giuseppe De Luca, Luigi Corvaglia, Pantaleo Cannoletta, Francesca Conte, Andrea Sambati, Diego De Cillis, Davide Pastore, Alessandro Caprioli, Germana Greco, Francesco De Iaco, Piero Romano, Carlo Mignone, Fabio Valentini, Giuliana Vetrugno, Stefano Metrangolo. I legali potrebbero fare ricorso in Appello.

Le parti civili erano assistite, tra gli altri, dagli avvocati Carlo Sariconi e Angelo Terragno.

Ed a margine della sentenza, l’ex consigliere di opposizione, Antonio Torricelli, in una nota stampa, afferma “Finalmente una sentenza, pur anche di primo grado, che ha spazzato via diffamanti capi di accusa che hanno disastrato e distrutto una vita per 43 anni dedicata all’amministrazione della mia città, sempre con onore, dignità e onestà”.

Ed aggiunge:  “Un processo che ha condizionato drammaticamente la mia vita e quella della mia famiglia le cui ansie, preoccupazioni, aspettative mancate e sofferenze non possono descriversi, percepirsi o essere comprese appieno se non si vivono; ma colgo l’occasione per affettuosamente ringraziare i tanti amici, conoscenti e semplici cittadini che mi hanno espresso in tutti questi lunghi e interminabili anni, ma anche adesso, la loro amicizia”.

E sottolinea: “Io sono stato sempre, sia nella mia vita lavorativa, funzionario del Ministero delle Finanze, che di amministratore del Comune di Lecce, un uomo delle Istituzioni e farei un torto alla mia integrità e coscienza se non rispettassi l’azione ed il giudizio dei magistrati, prendendo atto e riconoscendo l’enorme lavoro e impegno profuso con indubbia capacità, professionalità e pazienza in questo complesso e difficile processo”. Ed aggiunge: “Attendo come è giusto ed opportuno che sia, le motivazioni della sentenza per poi continuare, con l’aiuto del mio difensore, avvocato Luigi Covella, che ringrazio per il suo affettuoso impegno, svolto sempre con competenza e pazienza. Continuerò la mia battaglia, perché giustizia e verità alla fine siano l’unico obiettivo da perseguire per il riscatto della mia vita, ma soprattutto quella dei miei amati figli, della mia splendida e dolce moglie e di tutti i miei cari”.