
Si conclude con 17 condanne e una sola assoluzione, il processo sulle corse clandestine, in numerosi Comuni del centro e sud Salento, denominato “Febbre da cavallo”.
Il collegio della seconda sezione collegiale, Presidente Fabrizio Malagnino, ha inflitto: 5 anni per Vincenzo Cosimo Astore 58 anni di Racale e Piero Alemanno 49 anni di Gallipoli; 4 anni e 9 mesi per Fabrizio Picca, 51 anni di Taviano, Salvatore Lezzi 66enne di Copertino e Giuseppe Luigi Olimpio 43 anni di Taviano. 4 anni per Salvatore Capone 54enne di Taurisano; 2 anni e 9 mesi per Filippo Schiavano, 35enne; 2 anni e 1 mese per Piero Alemanno 49 anni di Gallipoli; Claudio Dell’Anna 55enne di Nardò; Nicola Zuccaro 77enne anch’egli di Nardò; Cosimo Ilario Picca 47enne di Taviano; Ettore Manni 53 anni, di Taurisano e Quintino Tamborrini 58 anni di Neviano.
Il collegio giudicante ha confermato per tutti il reato di associazione a delinquere e organizzazione di scommesse clandestine. Invece, pur restando l’accusa di maltrattamenti di animali, è caduta l’aggravante di avere dopato i cavalli. E inoltre, è arrivata anche la condanna per invasione di terreni (riqualificato). Per quest’ultimo reato sono stati condannati anche Luigi Rausa 47enne di Scorrano a 4 mesi di reclusione e Amato Luciano De Luca 62 anni di Scorrano, a sei mesi (pena sospesa per entrambi).
Infine, sono stati condannati soltanto per maltrattamenti di animali (senza l’aggravante di avere dopato i cavalli): Cesare Gregorio Bruno 69 anni di Nardò, alla pena di 1 anno ed 8 mesi (sospesa); Amato Salvatore De Luca 65enne di Scorrano e Antonio Luigi Rinaldi 46 anni, alla pena di 2 anni e 4 mesi.
Inoltre, gli imputati dovranno risarcire, in separata sede le parti civili: il Ministero della Salute e la Onlus Horse Angels, assistiti dagli avvocati Mario Ciardo e Fabio Campese.
Non solo, poiché i giudici hanno disposto la confisca dei cavalli.
Assoluzione, invece, per Vito Salvatore Seclì 53 anni, di Taurisano, per non aver commesso il fatto.
Il collegio difensivo
Il collegio difensivo è composto, dagli avvocati Biagio Palamà, Francesco Fasano, Giuseppe Bonsegna, Luigi Corvaglia, Dimitry Conte, Silvio Caroli, Vincenzo Del Prete, Sonia Santoro, Vincenzo Blandolino, Salvatore Bruno, Simona Carrozzo, Maria Greco, Luigi Greco, Pasquale Rocco Scorrano, Gerardo Carriero, Daniele Petracca, Stefano Stendardo e Giancarlo Vaglio.
L’inchiesta
Gli imputati, secondo la tesi accusatoria dell’allora procuratore aggiunto Ennio Cillo titolare dell’inchiesta, avrebbero allestito un’associazione a delinquere per lo svolgimento illecito di corse di cavallo clandestine, su vari tracciati urbani che per l’occasione venivano interdette al traffico. La competizione, a cui prendevano parte “regolarmente” fantini e proprietari degli animali e che veniva filmata dalle telecamere, sarebbe stata preceduta da un’intensa attività di scommesse clandestine. Non solo, poiché i cavalli secondo l’accusa, venivano dopati con sostanze eccitanti.
Gli episodi contestati si sarebbero verificati in numerosi Comuni del centro e sud Salento, tra il marzo del 2011 e l’aprile dell’anno successivo.
L’inchiesta prese il via dalle indagini condotte dagli agenti di polizia e dal Corpo Forestale che fecero irruzione in una pista abusiva a Scorrano, dove era in corso una competizione clandestina con cinque cavalli da trotto. In seguito a quest’operazione, scattò il sequestro preventivo urgente della struttura e degli equini.