Processo sul gasdotto Tap. Chieste otto condanne e l’assoluzione per la società

La Procura ha chiesto l’assoluzione e la prescrizione per la maggior parte degli imputati, riguardo quasi tutti i capi di imputazione (erano sei complessivamente), tranne uno.

La Procura di Lecce ha chiesto l’assoluzione per la società Tap in merito ad un illecito amministrativo e per la maggior parte degli imputati, riguardo quasi tutti i capi di imputazione (erano sei complessivamente), tranne uno. E per i quali è stata avanzata la richiesta, in molti casi, di prescrizione. E poi, è stata invocata la condanna a 3 anni di reclusione (con la diminuzione per l’attenuante) e al pagamento di una multa di 66.667 euro ciascuno per otto manager accusati dalla Procura di aver causato, con la realizzazione del gasdotto con approdo a San Foca (marina di Melendugno) «una compromissione o un deterioramento della falda acquifera contaminandola con sostanze pericolose».  Sono  in tutto 19 le persone finite sul banco degli imputati, inclusa la società Trans Adriatic Pipeline, come persona giuridica. Nella mattina di oggi, dinanzi al giudice monocratico Chiara Panico, il pm Alessandro Prontera, al termine di una lunga ed articolata requisitoria in cui ha ricostruito le tappe della complessa vicenda giudiziaria, ha chiesto la condanna per Michele Mario Elia, 78 anni, originario di Castellana Grotte, ex country manager Tap; Gabriele Paolo Lanza, 61 anni, di Atessa (Chieti), project manager Tap. E poi per i manager della Saipem, la società appaltatrice per i lavori di costruzione del micro tunnel: Luigi Romano, 68 anni, di Siracusa; Adriano Dreussi, 62 anni, di Pagnacco (Udine); Piero Straccini, 67 anni, di Pescara; Luca Gentili, 56 anni, di Milano. Non solo,anche per Yuri Picco, 46 anni, di Villanova di San Daniele (Udine) ed Aniello Fortunato, 46 anni, di Ascea (Salerno), rispettivamente, responsabile di commessa e direttore tecnico di cantiere della Icop, la società incaricata di realizzare il pozzo di spinta.

Chiesta l’assoluzione o la prescrizione dei reati per tutti gli altri. Sul banco degli imputati comparivano anche: Lucio Mello, 61 anni, di Veglie, titolare dell’omonima impresa con sede a Carmiano, impegnata nell’espianto e trasporto di ulivi; Massimiliano Greco, 52enne, di Arnesano, legale rappresentante dell’impresa addetta alla installazione della recinzione;  Antonio Vallone, 54 anni, di Galatina, legale rappresentante della società subappaltatrice del montaggio della recinzione.  E ancora, Giuseppe Mariano, 59 anni, di Copertino, direttore di cantiere della Sme strade; Giuseppe Cesario  Calò, 72 anni, di San Cesario, datore di lavoro di Geoambiente srl con sede a Cavallino; Maurizio Luigi De Pascalis, 65 anni, di Galatina, rappresentante della società che ha fornito il calcestruzzo; Claudio Coroneo, 68 anni, di Galatina, amministratore dell’impresa addetta al montaggio della recinzione, e il socio  Pantaleo Notaro, 64 anni, di Galatina; Alessandro Niccoli, 45 anni, di Brindisi, amministratore dell’impresa che ha eseguito i lavori; e Marco Paoluzzi, 51 anni, di Roma, direttore dei lavori.

La prossima udienza è fissata per il 10 febbraio.

Le accuse contestate a vario titolo agli imputati sono quelle di deturpamento di bellezze naturali, danneggiamento, violazione del testo unico in materia edilizia, inquinamento idrico.

In base a quanto contenuto nel capo di imputazione, le opere per la realizzazione del gasdotto sarebbero state realizzate senza seguire le indicazioni della Valutazione di Impatto Ambientale e «su aree sottoposte a vincolo paesaggistico e idrogeologico». Dunque, su zone agricole dichiarate di «notevole interesse pubblico». I lavori, inoltre, si sarebbero svolti in assenza di autorizzazioni ambientali, idrogeologiche, paesaggistiche ed edilizie.

Non solo, poiché si fa riferimento all’espianto degli ulivi in località «Le Paesane» e all’inquinamento della falda acquifera a pochi passi dal cantiere, a causa di una mancata o incompleta impermeabilizzazione.

Nel corso del dibattimento si sono succeduti vari giudici e sono stati ascoltati numerosi testimoni.

Va detto che sul processo pende il rischio della prescrizione.

Gli imputati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Andrea Sambati, Roberto  Sisto, Angelo Nanni.

Compaiono in qualità di parti civili, i sindaci di vari comuni salentini e di numerose associazioni ambientaliste.

Sono assistiti, tra gli altri, dai legali Francesco Calabro, Renata Minafra, Ladislao Massari, Giuseppe Milli, Pierfilippo Centonze.

 

 

 



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