Ex Carabiniere freddato con quattro colpi di fucile dinanzi al figlio. Presunto killer finisce sotto processo

Il processo si aprirà il 15 ottobre dinanzi ai giudici della Corte d’Assise. Intanto, i familiari di Silvano Nestola si sono costituiti parte civile nel corso dell’udienza preliminare

Finisce sotto processo il presunto killer di Silvano Nestola, l’ex carabiniere freddato con quattro colpi di fucile, dinanzi al figlio.

Al termine dell’udienza preliminare, svoltasi in mattinata, il gup Marcello Rizzo ha rinviato a giudizio  Michele Aportone, 70enne di San Donaci (il padre della ex compagna di Nestola), con le accuse di  omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dai motivi abietti e futili e detenzione illegale di arma da fuoco. Il processo si aprirà il 15 ottobre dinanzi ai giudici della Corte d’Assise.

Intanto, i familiari di Silvano Nestola si sono costituiti parte civile con gli avvocati Enrico Cimmino e Vincenzo Maggiulli.

L’imputato è difeso dall’avvocato Francesca Conte e potrà dimostrare l’estraneità alle accuse nel corso del dibattimento. Intanto, il legale ha chiesto la sostituzione della misura del carcere con i domiciliari, sulla scorta di una documentazione relativa alle condizioni di salute di Aportone. Il giudice si pronuncerà sull’istanza nei prossimi giorni.

Invece, è stata già archiviata la posizione della moglie Rossella Manieri, 62enne originaria di Copertino, inizialmente indagata per concorso in omicidio, come richiesto dalla Procura.

Le indagini

Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini coordinate dai pubblici ministeri Paola Guglielmi e Alberto Santacatterina e condotte dai Carabineri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Lecce, Silvano Nestola dopo essersi separato dalla moglie aveva iniziato dall’estate scorsa una relazione con la figlia di Michele Aportone (anch’ella separata). Tale rapporto non era visto di buon grado ed era fortemente osteggiato da quest’ultimo e da sua moglie, che vedevano in Silvano il responsabile della separazione della figlia dal marito.

A quel punto, Michele Aportone avrebbe premeditato l’omicidio, come sostenuto dai pm: “non approvando la relazione sentimentale tra la vittima e la figlia trentaseienne”.

A corroborare i riscontri dei carabinieri, le immagini di un sistema di videosorveglianza installato in una zona non distante dall’area sosta camper (di cui Michele Aportone risulta titolare) che ritraggono l’uomo a bordo del suo Fiat Ducato alle ore 19.30 circa del 3 maggio del 2021, giorno in cui viene ucciso Silvano Nestola. Il 70enne esce per raggiungere l’abitazione di Copertino. Le immagini, successivamente, lo riprenderanno anche al rientro in quella stessa area camper alle ore 22.30 circa, evidentemente dopo aver consumato l’omicidio.

Per i militari dell’Arma, Aportone non avrebbe compiuto il tragitto verso casa della sorella dell’uomo che aveva intenzione di uccidere a bordo sempre del furgone. Le risultanze investigative avrebbero evidenziato come ad un certo punto, dopo aver lasciato il furgone nei pressi di una carrozzeria di Leverano, l’uomo aveva proseguito il percorso a bordo di un ciclomotore che evidentemente aveva dapprima caricato sullo stesso mezzo.

L’arresto

Ricordiamo che Michele Aportone venne arrestato il 24 novembre del 2021 dai Carabinieri su ordinanza a firma del gip Sergio Tosi. Nei giorni precedenti, un vizio procedurale rilevato dal Riesame aveva annullato l’ordinanza del 29 ottobre e restituito la libertà al padre della ex compagna del maresciallo. In seguito, il Tribunale del Riesame (relatore Giovannni Gallo) ha confermato l’arresto e la misura del carcere.

Apportone, come sostenuto dalla Procura, si sarebbe appostato armato tra la vegetazione nei presso dell’abitazione della sorella di Nestola. E lo avrebbe attinto, uccidendolo con quattro colpi di fucile, al fianco destro, all’addome ed alla spalla (come confermato dall’autopsia del medico legale Roberto Vaglio), dinanzi al figlio.



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