
Arriva uno “sconto” di pena in Appello per i sette imputati, che erano stati condannati in primo grado, a seguito della maxi inchiesta sui presunti “schiavi del fotovoltaico”, su ben 17 cantieri tra le province di Lecce e Brindisi della società italo-spagnola Tecnova, fallita da tempo.
Va detto che l’indagine, prese il via nel lontano 2010, dopo le denunce di numerosi lavoratori e portò nell’anno successivo a 15 arresti.
La Corte d’assise d’appello di Lecce, al termine del processo di oggi, nell’aula bunker di Borgo San Nicola, ha assolto gli imputati dal reato di riduzione in schiavitù, dichiarando prescritto il reato di associazione a delinquere ed infliggendo 9 anni di reclusione per estorsione a Josè Fernando Martinez Bascunana, spagnolo, socio amministratore della Tecnova Italia s.r.l. con sede a Brindisi (18 anni in primo grado); per il socio Luis Miguel Cardenos Castellanos, 46enne di nazionalità colombiana e per l’amministratore Luis Manuel Gutierrez Nunez, 52enne, spagnolo (16 anni). Ridotta, da 10 a 7 anni, la pena per: Brahim Lebhihe, 40enne, magrebino; Didier Gutierrez Canedo, 33enne, spagnolo; Andres Felipe Higuera Castellanos, 47enne, colombiano, capo cantiere; Laura Martin Garcia, 45enne, spagnola.
I giudici, in primo grado, disposero il risarcimento del danno per le parti civili (circa 300), tra lavoratori e associazioni, assistite, tra gli altri, dagli avvocati Marco Pezzuto, Giuseppe Milli, Francesco Spagnolo e Maurizio Scardia e la Provincia di Lecce, assistita dall’avvocato Francesca Conte.
Secondo l’accusa, i responsabili della società italo-spagnola Tecnova avrebbero assunto cittadini extracomunitari privi di permesso di soggiorno favorendo la loro permanenza irregolare in Italia e facendoli lavorare in condizione di asservimento. I lavoratori erano costretti a lavorare 12 ore al giorno per due euro l’ora, anche sotto il sole cocente o la pioggia battente.
L’indagine è partita nel novembre 2010 dalla Procura di Brindisi dopo le denunce di numerosi lavoratori che operavano nei 17 cantieri di fotovoltaico sparsi tra le province di Lecce e Brindisi. Nel leccese i cantieri erano sorti a Frigole, Galatina, Collepasso, Guagnano, Nardò, Ortelle, Salice Salentino e Spongano. Nel brindisino, invece, a Cellino San Marco, Francavilla Fontana e Torre Santa Susanna.
Ed il 20 aprile del 2011 vennero eseguiti, su ordinanza del gip, ben quindici arresti da parte della Squadra Mobile di Lecce e della Guardia di Finanza di Brindisi, come richiesto dalla Procura distrettuale antimafia.