
Tre persone finiscono sotto processo, per la morte del giovane operaio precipitato al suolo da più di cinque metri, mentre puliva la facciata di una sala ricevimenti.
Il gup Giovanni Gallo, al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio: Mario Damiano Pati, 45enne di Carmiano, legale rappresentante della società “ITAP s.r.l.” e datore di lavoro della vittima; Dario Montanaro, 43 anni di Carmiano, presidente del consiglio di amministrazione della cooperativa Muratori, Carpentieri, Edili Soc. Coop.; Carlo Leaci, 58 anni di Novoli, Direttore dei lavori. Rispondono dell’ipotesi di reato di omicidio colposo in concorso.
Dovranno presentarsi il 5 febbraio dinanzi al giudice monocratico, per l’inizio del processo. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati: Roberto Rella, Luigi Covella, Giuseppe Romano. Invece, i familiari della vittima, Stefano Vetrugno, 32enne di Carmiano, si sono costituiti parte civile con l’avvocato Francesca Conte.
Secondo l’accusa rappresentata dal pubblico ministero Paola Guglielmi, la morte dell’operaio sarebbe scaturita da una serie di negligenze. Pati non avrebbe verificato i requisiti tecnico professionali della vittima. Invece, Montanaro avrebbe omesso di realizzare la balaustra nel rispetto della “regola dell’arte”. Infine, Leaci non avrebbe vigilato sulla corretta esecuzione della messa in opera della balaustra.
La dinamica dell’incidente
Stefano Vetrugno, 32enne di Carmiano, ha perso la vita il 18 giugno del 2018, mentre lavorava nel cantiere del “ristorante Villa Marchesi”, situato sulla provinciale Carmiano-Salice Salentino. Le lancette dell’orologio avevano da poco segnato le 7.30, quando si è consumata la tragedia. Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, l’operaio stava eseguendo dei lavori di manutenzione, quando alcune colonne del balcone in pietra leccese hanno ceduto. Probabilmente, si era poggiato sulla balaustra e ha perso l’equilibrio, cadendo da un’altezza di cinque metri circa e urtando sul pavimento con la testa. L’impatto con il suolo è stato fatale.