Si appropriava del denaro dei clienti dopo la spesa? Procura chiede condanna per ex cassiera di un supermercato

Secondo l’accusa, l’addetta al servizio di cassa si sarebbe appropriata indebitamente, tra aprile del 2019 e novembre del 2020, della somma complessiva di 46.679,95 euro

La Procura chiede la condanna per l’ex cassiera di un supermercato di Maglie, accusata di essersi appropriata di oltre 46mila euro. In mattinata, è iniziata la discussione del processo con rito abbreviato, dinanzi al gup Alessandra Sermarini.
Il pm ha invocato la condanna alla pena di 2 anni ed 8 mesi di reclusione. In seguito ha preso la parola, l’avvocato Francesco Maggiore per la parte civile (il titolare del supermercato), che si è allineato alle conclusioni della Procura.

Invece, nella prossima udienza, fissata per il 17 giugno, si terrà l’arringa difensiva dell’avvocato Francesca Conte che difende l’imputata. Si tratta di S. C., 33enne di Aradeo, accusata del reato aggravato di appropriazione indebita. La donna renderà dichiarazioni, dinanzi al gup, nel corso della prossima udienza.

Secondo l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Alessandro Prontera, l’addetta al servizio di cassa e delegata all’”annullamento” degli scontrini, si sarebbe appropriata indebitamente, tra aprile del 2019 e novembre del 2020, della somma complessiva di 46.679,95 euro. In particolare, dopo avere incassato le somme di denaro, a seguito di altrettante battiture sul registratore di cassa dei prodotti acquistati dalla clientela, non emetteva lo scontrino fiscale. E provvedeva all’immediato annullamento dell’operazione. In questo modo, la cassiera non versava i corrispondenti importi al proprio datore di lavoro.

È stato il proprietario del supermercato ad avvisare le forze dell’ordine dopo la segnalazione di alcuni clienti. Ed il 19 novembre del 2020, i carabinieri della stazione di Maglie, a seguito di un servizio di osservazione, hanno “pizzicato” la cassiera con i soldi nella borsa (circa 150 euro). La donna, inoltre, è stata immortalata dalle telecamere di videosorveglianza dell’esercizio commerciale.

La cassiera, secondo quanto accertato, passava i codici a barre dei prodotti acquistati dai clienti, sull’apposito scanner. La somma veniva dunque registrava regolarmente, ma dopo che riceveva il denaro in contanti e batteva lo scontrino, annullava l’operazione. La somma fu restituita al legittimo proprietario e successivamente la cassiera fu licenziata.

In seguito ad ulteriori accertamenti investigativi sarebbe emerso, come detto, un ammanco dalle casse del supermercato, di oltre 40mila euro.



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