Vietato l’uso di Skype per i colloqui con le famiglie, monta la protesta di 500 detenuti a “Borgo San Nicola”

I fatti nella giornata di ieri a seguito di una circolare. La manifestazione ha riguardato gli occupanti dei reparti C1 e C2 ed è durata un’ora.  

Sono stati minuti di forte tensione quelli vissuti nella giornata di ieri presso la casa circondariale di “Borgo San Nicola” a Lecce.

I detenuti ristretti nei reparti C1 e C2 (si parla di circa 500 persone), infatti, hanno attuato una protesta, battendo contro le inferriate le suppellettili presenti nelle stanze di pernottamento. Il disagio si è protratto per circa un’ora, tenendo in apprensione gli agenti di Polizia Penitenziaria.

A rendere noto quanto accaduto, Pasquale Montesano, Segretario Generale Aggiunto di Osapp il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria.

“All’origine della protesta – spiega il sindacalista – la frettolosa e non preannunciata circolare con la quale si sospende il sistema Skype per i colloqui con le famiglie, decisione, questa, che rafforza ancor di più la nostra convinzione di un’Amministrazione Penitenziaria nel caos più totale e nella disorganizzazione che stanno generando forti rischi a un sistema sull’orlo del precipizio.

Il nostro obiettivo – prosegue – è quello di portare all’attenzione del Dap e delle Autorità politiche la disastrosa e drammatica situazione che si vive in Puglia, le inottemperanze in tema di relazione tra le parti, con il personale che dopo l’emergenza covid-19 si trova ad affrontare un ulteriore grave disagio, come per fare qualche esempio, l’apertura di nuovi reparti a Lecce, Taranto e Trani senza alcun adeguamento degli organici.

Se il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede continua a esprimere vicinanza e gratitudine, fornendo, tra l’altro, numeri parziali che non tengono conto del fabbisogno in tema di organico, senza dare vita ad azioni concrete che risollevino il Corpo e l’intero sistema dalla palude nella quale sono finiti a causa sua e dei suoi predecessori, sappia che la Polizia penitenziaria non sarà affatto grata a lui. Ancor più grave è il fatto di agenti abbandonati a se stessi, vittime di aggressioni, rivolte e, talvolta, anche esposti al fuoco amico.

La Puglia – conclude – necessita di un concreto rinnovamento sia strutturale che gestionale”.

 



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