
Al termine del processo nato dall’inchiesta su una presunta spedizione punitiva, per riscuotere un credito di 9mila euro da un commerciante, arrivano quattro lievi condanne.
Nelle scorse ore, i giudici in composizione collegiale del tribunale di Pescara hanno inflitto 8 mesi di reclusione ciascuno (pena sospesa) per due imprenditori del settore floricolo, A.M., 54 anni ed F.M., 52enne e per i loro due amici, V.T. 57 anni e D.M., 58enne (tutti di Taviano). Inoltre, è stato disposto il risarcimento del danno in separata sede, in favore della vittima, un 60enne di Pescara che si era costituito parte civile.
I quattro imputati sono stati condannati per il reato di lesioni, ma è caduta l’accusa più grave, poiché il reato di tentata estorsione è stato derubricato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni. I giudici hanno accolto la tesi difensiva dell’avvocato Biagio Palamà. Il legale ha sostenuto che i propri assistiti si erano recati a Pescara per sollecitare il pagamento e non per estorcere denaro al commerciante. La difesa, rappresentata anche dall’avvocato Rocco Caputo, potrà comunque proporre ricorso in Appello, contro la condanna, una volta depositate le motivazioni della sentenza.
Secondo l’ipotesi accusatoria, i quattro tavianesi, uno dei quali munito di coltello a serramanico, erano giunti a Pescara a bordo di un fuoristrada, la mattina del 15 giugno del 2017 per rintracciare il presunto creditore, dopo aver cercato di contattarlo telefonicamente. Hanno aspettato che uscisse di casa e avviasse il motore del suo furgoncino. A quel punto, si sarebbero avvicinati posizionando il loro mezzo per evitare che scappasse e ribadendo la richiesta di pagamento del debito di 9.000 euro, per una pregressa fornitura di fiori. In che modo? Attraverso minacce con frasi del tipo: «Ci devi dare i soldi…sali nella nostra macchina e vieni con noi…dobbiamo parlarne in privato». E ancora: «Ti sparo se non tiri fuori i soldi, ti ammazzo ora».
Subito dopo, lo avrebbero trascinato fuori dall’abitacolo. Non solo, poiché dopo averlo immobilizzato, secondo l’accusa, lo colpivano con pugni e calci alla costole, al collo e sulla testa. Una volta caduto per terra, i quattro avrebbero cercato di portarlo nella propria macchina. Il commerciante avrebbe però opposto resistenza e allora avrebbero provato ad investirlo con il fuoristrada, colpendolo ad una gamba.
A quel punto sono intervenuti i famigliari dell’uomo. Il commerciante ha riportato dopo l’aggressione, svariate contusioni e la frattura di due costole, con prognosi di 15 giorni.
Tali accuse, come detto, sono state però ridimensionate al termine del processo.