“Cercavano una grande cava dove buttare i rifiuti”. I retroscena dell’operazione “All Black”

Nelle numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali degli arrestati si parla di lavori “a schif” per indicare, secondo il gip, l’attività illecita di smaltimento di rifiuti.

Ripulire il piazzale dai rifiuti e trasferirli all’interno del capannone. E ancora, trovare una cava grande dove buttare i rifiuti. Sono alcuni passaggi chiave dell’ordinanza del gip Alcide Maritati riguardanti l’operazione “All Black”.

Tra gli arrestati in carcere compaiono i salentini Claudio Lo Deserto, Palmiro Mazzotta e Luca Grassi. Lo Deserto assieme a Sperti e Frascella, aveva il compito di sovraintendere alle fasi di ricerca dei luoghi in cui effettuare lo sversamento e di controllare le operazioni di scarico.

Mazzotta e Grassi sono i proprietari di alcune delle aree in cui sono stati operati gli sversamenti (l’ultimo anche con il compito di procedere al tombamento dei rifiuti illecitamente stoccati ed il Mazzotta con quello di disperdere in maniera incontrollata i rifiuti nelle campagne salentine per far posto ai successivi conferimenti).

E come si legge nell’ordinanza del gip: “attestando falsamente la disponibilita di impianti di stoccaggio, ovvero di smaltimento, in capo alle inesistenti imprese e avvalendosi della partecipazione di un numero significativo di soggetti, attraverso la predisposizione di false autorizzazioni ambientali e l’utilizzo di formulari con indicazioni false, Scarcia, D’Andria e Di Corrado sono riusciti ad organizzare lo spostamento di ingenti quantita di rifiuti urbani ed industriali, dalle zone di produzione (specie dell’hinterland campano) verso la Puglia (ed inparticolare nelle province di Taranto e Lecce”.

Nelle numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali degli arrestati si parla di lavori “a schif” per indicare, secondo il gip, l’attività illecita di smaltimento di rifiuti. Ed in una conversazione del 19 marzo del 2019, emergono altri dettagli sulle illecite operazioni.

Lo Deserto rassicurava Scarcia sul buon esito dello scarico di rifiuti e chiedeva di riferire a Mazzotta di ripulire il piazzale dai rifiuti e di trasferirli all’interno del capannone. Scarcia, inoltre, avvisava dell’imminente ulteriore scarico di rifiuti che sarebbe avvenuto l’indomani.

SCARCIA: Ok, ma perche lui non la prende e la porta dentro…ce la mette dopo..piano, piano se lo…dentro…no e piano piano se lo leva..pulisce no e inutile che prende da Ia e rimane un poco..se Ia butta a un angolo dentro…(voci che si sovrappongono)…
CLAUDIO: Dopo glielo dico io..
SCARCIA: eh lo sai il perche che dopo chiude il portone…incomprensibile…
CLAUDIO: si..
SCARCIA: deve pulire il pianale e si mette piano piano dentro…la sfortuna che il camion non entra dentro, quello e…
CLAUDIO: eh…
SCARCIA: Ia sfortuna che se entrava…
CLAUDIO: Ma…non doveva portare poi le cose quelle altre imballate…

In una conversazione del 29 maggio del 2019, invece, Scarcia contattava Lo Deserto, informandolo della chiusura del contratto con il Li Muli e parlava della sistemazione del sito ove eseguire l’illecito stoccaggio: “allora qua abbiamo chiuso un buon contratto eh….inc.le…..quattro macchine al giorno … io venerdì sto da te, andiamo a vedere, non dobbiamo far vedere quell’erbetta che mi ha mandato il video, non va bene, non dobbiamo vedere che dobbiamo buttare la’, senno ..inc.le… le persone, a me mi interessa il piazzale e il capannone da pulire dentro, gli buttiamo qua e dopo li portiamo.. c’e una cava grande? quale la cava grande?[…]”.

Il Lo Deserto sottolineava che gli avrebbe fatto vedere la cava personalmente e che per tramite di un altro soggetto ne aveva trovato un’altra: “quando vieni la vedi, c’e ne ha pure un’altra lui, ha detto che poi mi porta”.



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