Partorisce in casa, ma il feto è già privo di vita: il gip dispone nuove indagini

Saranno i nuovi accertamenti tecnici, disposti dal giudice Edoardo D’Ambrosio, a stabilire eventuali responsabilità a carico del personale medico che ha avuto in cura la donna durante la gravidanza.

medici

Riaperte le indagini sulla morte di un feto, partorito da una donna in casa. In mattinata, si è svolto l’incidente probatorio dinanzi al gip Edoardo D’Ambrosio.

È stato nominato, in veste di consulente tecnico, il ginecologo Raffaele Tinelli per far luce sul decesso avvenuto il 12 febbraio del 2017. Ricordiamo che nei mesi scorsi, il pubblico ministero Stefania Mininni aveva chiesto l’archiviazione.

Il giudice ha accolto l’istanza di opposizione presentata dall’avvocato Giovanni Dell’Atti, difensore della partoriente, una 37enne residente a Nardò e di suo marito, disponendo nuove indagini. A quel punto, il pm ha chiesto di eseguire il suddetto incidente probatorio.

Sono nove i “camici bianchi” dell’ospedale di Galatina indagati per l’ipotesi di reato d’interruzione di gravidanza colposa. Saranno i nuovi accertamenti tecnici disposti dal gip a stabilire se sussistono responsabilità a carico del personale medico che ha avuto in cura la donna, durante il periodo di gravidanza.

Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Giuseppe Bonsegna, Ester Nemola, Daniela Bove, David Dell’Atti e Michele Torsello.

Secondo quanto denunciato dalla coppia, nel corso delle ultime visite, i medici non avrebbero riscontrato alcuna criticità legata alla gravidanza. Durante la notte, però, la signora dopo avere avvertito delle forti contrazioni, ha partorito prematuramente in casa.

Quando i medici del 118 sono sopraggiunti per prestarle soccorso, non c’era più nulla da fare. In seguito è stata aperta un’indagine ed eseguita l’autopsia da parte del medico legale Ermenegildo Colosimo, che avrebbe stabilito come al momento del parto, il feto fosse già privo di vita, presumibilmente a causa di un’infezione.



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