Operazione “Dirty Slot” su presunta associazione mafiosa: confermato il carcere per i fratelli Marra

Il Riesame ha confermato la misura per i due imprenditori considerati a capo di un gruppo che avrebbe fatto ricorso a metodi intimidatori per imporre il monopolio nel gioco d’azzardo.

Restano dietro le sbarre, i due fratelli imprenditori considerati a capo di un gruppo criminale che avrebbe fatto ricorso a metodi intimidatori per imporre il monopolio nel gioco d’azzardo.
Il Tribunale del Riesame (Presidente Carlo Cazzella, relatore Antonio Gatto, a latere Pia Verderosa), al termine dell’udienza camerale svoltasi nel rispetto delle norme di sicurezza anti coronavirus, ha confermato il carcere per Alberto Marra, 52 anni e Massimiliano Marra, 50enne, entrambi galatinesi. La difesa aveva presentato Appello, chiedendo un’attenuazione della misura, soprattutto essendo venute meno le esigenze cautelari, dopo oltre un anno trascorso dietro le sbarre dai due imprenditori.

Già nel febbraio del 2019, il Riesame aveva rigettato il ricorso della difesa che chiedeva l’annullamento della misura. Per Alberto Marra, però, venne annullato un capo d’imputazione relativo ad un episodio di presunta estorsione.

Invece, nelle scorse settimane, il gip Edoardo D’Ambrosio accogliendo il ricorso dei legali Francesco Vergine e Giuseppe Romano, ha revocato la misura dei domiciliari, per l’attenuarsi delle esigenze cautelari, nei confronti di altri due indagati. Si tratta di Luigi Marra, 80 anni di Galatina, padre dei due imprenditori che secondo la Procura si occupava della cassa di una società e di Pamela Giannico, 49enne, impegnata nel settore amministrativo e contabile, gestendo i rapporti con le banche, con i prestanomi, con i dipendenti e con i clienti.

Le indagini

L’inchiesta “Dirty Slot”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dalle Fiamme Gialle salentine, ha portato nel gennaio del 2019, a sei arresti ed al sequestro preventivo di beni per un valore di oltre 7 milioni di euro.

Nei mesi scorsi, la Procura ha chiuso l’inchiesta relativa al blitz, con cui venne smantellata una presunta associazione in odor di mafia, dedita alla gestione del gioco d’azzardo, nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto.
Risultano indagate 29 persone (tra cui i fratelli Marra) con le accuse, a vario titolo ed in diversa misura, di: associazione per delinquere di tipo mafioso, frode informatica, esercizio di giochi d’azzardo ed esercizio abusivo di giochi e scommesse aggravati dal metodo mafioso, illecita concorrenza con minaccia o violenza e trasferimento fraudolento di valori.

L’interdittiva antimafia

Invece, nei giorni scorsi, il Prefetto Maria Teresa Cucinotta ha firmato un provvedimento per prevenire il rischio di infiltrazioni mafiose, sulla scorta delle risultanze investigative dell’inchiesta “Dirty Slot”, condotta dal pm Carmen Ruggiero.
Destinatarie dell’interdittiva, come detto, otto società dislocate in varie zone della provincia. E riconducibili ai fratelli Alberto e Massilimiliano Marra.



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