Scontro tra due treni a Galugnano: Il macchinista chiede di patteggiare la pena

Il capotreno, invece, ha chiesto il giudizio abbreviato. La decisione è stata rinviata al 16 luglio, quando il gup dovrà pronunciarsi anche sull’eventuale rinvio a giudizio di due dirigenti di Fse

Chiede di patteggiare la pena il macchinista di Fse alla guida del treno che causò l’incidente sul binario unico Lecce-Zollino. Rosario Rosato, 59enne di Lizzanello, difeso dall’avvocato Mario Rossi, ha già “concordato” la pena ad 1 anno e 10 mesi, con il pm Maria Rosaria Micucci.

Il gup Michele Toriello ha rinviato l’udienza preliminare al 16 luglio, per decidere sull’istanza. In quella sede, il giudice dovrebbe ammettere il rito abbreviato per Massimo Quarta, 53 anni di Monteroni, capotreno, come invocato dal difensore Maria Pia Scarciglia. Invece, i due dirigenti di Fse non hanno avanzato l’istanza di riti alternativi.

Nella prossima udienza, dunque, il pm dovrebbe formalizzare la richiesta di rinvio a giudizio. Anche in questo caso, sarà il gup a decidere se mandare a processo gli imputati o proscioglierli dall’accusa. Si tratta di Lucio Curci, 55 anni di Foggia, in qualità di Business Unit Trasporto Ferroviario Ferrovie Sud Est e Luigi Albanese, 63 anni, originario di Lecce ma residente a Triggiano, Direttore del Trasporto Ferroviario Ferrovie Sud Est. Sono assistiti dagli avvocati: Michele Laforgia e Andrea Di Comite.

Le accuse

Tutti gli imputati rispondono, in concorso, delle ipotesi di reato di: disastro ferroviario colposo, delitti colposi di danno, cooperazione nel delitto colposo.

L’inchiesta

Un incidente dovuto non soltanto ad un errore umano, ma anche ad un’inadeguata formazione del personale. È quanto sostiene il pubblico ministero Maria Rosaria Micucci nell’avviso di conclusione delle indagini, sullo scontro, avvenuto il 13 giugno del 2017, tra due treni delle Ferrovie Sud Est. L’incidente verificatosi all’altezza di Galugnano provocò circa 20 feriti, tra passeggeri e personale di Fse.

Secondo quanto sostenuto dalla Procura, i quattro “con condotte colpose attive ed omissive in parte indipendenti e in parte cooperando tra loro… cagionavano un disastro ferroviario”.

Decisive, al fine dell’accertamento delle presunte responsabilità, le indagini condotte dagli agenti della Polfer e la consulenza tecnica dell’ingegnere Antonio Vernaleone.