Dopo le sollecitazioni del gip di Lecce, la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato ha esaminato la domanda di autorizzazione all’utilizzo di intercettazioni di conversazioni telefoniche del senatore Roberto Marti, che rappresenta uno stralcio dell’inchiesta sulle Case Popolari.
Il Presidente Maurizio Gasparri, in sostituzione del relatore Durnwalder assente per altri impegni parlamentari, ha svolto l’esposizione introduttiva. Dopo gli interventi dei senatori Grasso, Cucca, Stefani, Rossomando, Pillon e Malan, la Giunta ha approvato, all’unanimità, la richiesta di un’integrazione istruttoria. L’istanza è stata proposta dal senatore Pietro Grasso ( ex Presidente del Senato), al fine di acquisire l’elenco delle intercettazioni citato nella parte conclusiva dell’ordinanza del gip, ma non allegato al fascicolo nonché informazioni in ordine al procedimento penale, del quale quello oggetto dei lavori della Giunta costituisce uno stralcio, da avanzare al Tribunale di Lecce per il tramite della Presidenza del Senato. L’esame è stato quindi rinviato.
Ricordiamo che con una nota del 29 settembre scorso, indirizzata alla Presidenza del Senato, il gip Giovanni Gallo pur prendendo atto della decisione, sosteneva che dovesse essere la Camera dei Deputati ad occuparsi della posizione di Marti, affermando: “la competenza a decidere su una istanza di autorizzazione alla utilizzazione delle intercettazioni deve essere propria della Camera alla quale apparteneva il parlamentare al momento della commissione dei fatti (e della avvenuta intercettazione)”.
Il Senatore della Lega Roberto Marti risponde delle accuse di tentato abuso di ufficio, falso ideologico aggravato e tentato peculato, in concorso con altri imputati “eccellenti”.
Dopo la chiusura dell’inchiesta Estia, la posizione di Roberto Marti risultava “stralciata”. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura era finita la vicenda del pagamento dell’alloggio presso un B&B e poi l’assegnazione di un immobile confiscato alla mafia. Destinatario di questo “trattamento di favore” il fratello di un boss.
E sulla vicenda alleggia l’ombra della prescrizione, poiché son passati oltre 5 anni dai fatti contestati dalla Procura.
Occorre ricordare che, nei mesi scorsi, si sono svolte numerose sedute alla Camera per stabilire la competenza sul nodo intercettazioni. In precedenza, il gip Giovanni Gallo aveva accolto l’istanza della Procura chiedendo l’autorizzazione alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera. All’epoca dei fatti, Marti era Deputato della Repubblica.
La richiesta riguardava non solo le intercettazioni confluite nell’ordinanza, ma anche altre otto, contenute nella richiesta di autorizzazione dei pubblici ministeri Massimiliano Carducci e Roberta Licci.
Il processo con gli altri imputati
Prosegue intanto dinanzi al giudice della seconda sezione collegiale, il processo “Estia” sulle presunte assegnazioni illecite di alloggi popolari, in cambio di voti.
Sul banco degli imputati compaiono, tra gli altri, gli ex assessori Attilio Monosi e Luca Pasqualini e l’ex vice presidente del consiglio comunale, Antonio Torricelli.
