‘Soltanto un favore ad una persona, ma nessun riciclaggio di denaro’: Nuzzaci si difende da ogni accusa

Nuzzaci è stato dal gip Giovanni Gallo nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia. Il 65enne di Galatina, è accusato di essere il ‘custode’ dei proventi illeciti del clan e di avere reimpiegato quel denaro in operazioni immobiliari frutto di azioni usuraie compiute da altri.

Nessuna attività illecita destinata al reimpiego di denaro "sporco", ma solo un favore dettato da motivi personali. Si difende così il 65enne Luigi Nuzzaci nell'ambito dell'interrogatorio di garanzia, susseguente al suo arresto di venerdì scorso, insieme a quello di altre otto persone coinvolte in un'ampia operazione anti-usura in "odore di mafia", avente come epicentro Galatina. L'uomo è stato sentito nella mattinata odierna dal gip Giovanni Gallo alla presenza del suo difensore, l'avvocato Francesca Conte.
 
Nuzzaci è accusato del reato continuato di riciclaggio di denaro e titoli di credito, frutto di azioni criminose di usura ed esercizio abusivo di attività finanziaria, queste ultime compiute però dagli altri indagati, Carlo Palumbo e Luigi Sparapane. Infatti, come affermato nell'ordinanza emessa dal gip Giovanni Gallo, Nuzzaci eseguiva dal 2009 e con continuazione, "versamenti di denaro contante e titoli di credito su conti correnti ad egli riconducibili, talora procedendo alla successiva richiesta di emissione di assegni circolari che finanziavano operazioni immobiliari poste in essere dal Palumbo Carlo, ovvero operazioni di "cambio assegni"- finalizzate ad ostacolare l'identificazione della loro provenienza delittuosa".
 
Le indagini della  Guardia di Finanza si sono avvalse della testimonianza di una presunta vittima delle attività di usura di Carlo Palumbo; le sue dichiarazioni sarebbero state poi verificate dagli accertamenti bancari, compiuti dai militari.
 
Sarebbe così emersa la partecipazione di alcuni indagati, a numerose procedure di esecuzione immobiliare presso il Tribunale di Lecce. Palumbo risulterebbe proprietario di numerosi immobili, acquistati di regola- tramite "prestanome", alle "aste giudiziarie. In particolare, nell'ambito di una procedura esecutiva, poi appurata dai finanzieri, una parte dell'importo utilizzato dall'aggiudicazione di essa, sarebbe rinvenuto da un conto corrente riconducibile a Luigi Nuzzaci, poiché egli sarebbe stato il "custode" dei proventi illeciti del clan. Per spiegarsi Nuzzaci e Palumbo Carlo utilizzavano spesso un linguaggio criptico, che prevedeva "strani" vocaboli, in considerazione del loro contesto. come  «quando vai …chiamami….passa di qua….Che ti dico io dove andare a prenderli…gli orologi…li ha lasciati là …… »
 
Luigi Nuzzaci ha chiarito i suoi rapporti di conoscenza con gli altri indagati, sottolineando  che le operazioni bancari non fossero duecento, ma al massimo dodici, spiegando anche la natura delle stesse. Si trattava di gesti di riconoscenza verso Carlo Palumbo, dunque dettati da motivi personali e che nulla avevano a che vedere con l'ipotesi di riciclaggio. Intanto lavvocato Conte ha già presentato istanza di scarcerazione per il proprio assistito.
 
Sempre nella giornata di oggi, si è tenuto l'interrogatorio di garanzia del 76enne originario di Taranto ma residente a Surbo, Italo Scudella difeso dall'avvocato Giovanni Gabellone. L'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere e non ha rilasciato dichiarazioni. Anche per lui, l'accusa era di reato continuato di riciclaggio di denaro e titoli di credito. Domani gli interrogatori di garanzia proseguiranno e saranno sentiti altri sei indagati, tra cui Carlo e Francesco Palumbo, che dovevano essere ascoltati già oggi.



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