Sottocapo della Guardia Costiera indagato per peculato: si appropriava dei buoni pasto di alcuni colleghi?

Oltre all’accusa di peculato, il militare 37enne di Salve dovrà rispondere di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale.

Si sarebbe appropriato di un gran numero di buoni pasto, falsificando le firme di altri colleghi. Un sottocapo della Guardia Costiera risponde dell’accusa di peculato, dopo l’avviso di conclusione delle indagini, a firma del pm Paola Guglielmi. Non solo, poiché il militare indagato è accusato anche di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale.

Gli accertamenti hanno preso il via, da un’indagine interna della Guardia Costiera. Secondo la Procura, A.C.F., 37enne di Salve, sottocapo di I classe in servizio presso l’Ufficio Locale Marittimo di Leuca, si sarebbe appropriato di ben 1.739 buoni pasto (del valore di 7 euro ciascuno), per una somma complessiva di circa 12.173 euro.

Il militare era incaricato della gestione e distribuzione periodica dei tagliandi, spettanti al personale dell’ufficio. Avrebbe però falsificato le firme di una decina di colleghi, nei tabulati di consegna dei buoni pasto.

Sono due le date finite sotto la lente d’ingrandimento della Procura. Il 23 dicembre del 2016, giorno in cui, il 37enne avrebbe falsificato le firme di due colleghi. E poi, il 7 aprile dell’anno successivo, quando avrebbe ripetuto l’illecita operazione sui blocchetti di altri militari del suo ufficio.

Il militare è stato già ascoltato in fase d’indagine dagli inquirenti, su delega del pubblico ministero. L’indagato, assistito dall’avvocato Sergio De Giorgi, ha inoltre venti giorni a disposizione per produrre memorie difensive, prima della richiesta di rinvio a giudizio della Procura.



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