Sparatoria a Gallipoli, il 21enne si difende: “Non volevo uccidere nessuno”. Resta in Carcere

Il 21enne ha confermato la sua versione davanti al Gip. Voleva solo intimidire i due ragazzi in compagnia della ex, ma non sapendo maneggiare l’arma ha esploso tanti colpi fortunatamente senza ferire nessuno

«Non volevo uccidere nessuno». Ibrahim Rudi, il 21enne di origini albanesi fermato con le accuse di tentato omicidio plurimo aggravato e detenzione e porto illegale di armi da guerra, ha confermato davanti al Gip che quando ha premuto il grilletto di una pistola mitragliatrice calibro 7.65 contro la sua ex fidanzata, la sorella e altri amici non lo ha fatto con l’intenzione di ferire qualcuno. Voleva solo “spaventare” il gruppo che è riuscito a trovare un riparo mentre lui sparava, ad altezza uomo, rompendo il silenzio di via Kennedy, nel centro storico di Gallipoli, con il rumore di 18 colpi, come i bossoli trovati dagli uomini in divisa.

Assistito dall’avvocato Simone Viva, Rudi ha risposto alle domande del Gip Marcello Rizzo durante l’udienza di convalida del fermo spiegando di aver aperto il fuoco solo per intimidire i due ragazzi che si trovavano all’altezza del civico numero 1 insieme alla ex. Un gesto dimostrativo e solo quello, secondo il giovane che ha “giustificato” la raffica di colpi con la sua scarsa dimestichezza con l’arma che impugnava quella mattina. Non sapeva maneggiarla, finendo per seminare il panico.

Diversa la ricostruzione scritta, nero su bianco, nel decreto di fermo. Per il pubblico ministero Maria Consolata Moschettini l’intenzione del 21enne era quella di uccidere la ex compagna che lo aveva lasciato da qualche giorno, la sorella e i suoi amici accecato dalla gelosia e dalla rabbia per la fine della relazione.

«Con una pluralità di azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso – si legge – compiva atti diretti in modo non equivoco a cagionare la morte della ex, della sorella e degli altri amici esplodendo 18 colpi di arma da fuoco, non riuscendo nell’intento per ragioni indipendenti dalla sua volontà». Da qui l’aggravante di aver agito con premeditazione e contro una persona che era legata a lui da una relazione sentimentale, anche se da poco finita.

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Confermato il Carcere

Al termine dell’udienza a Borgo San Nicola, il Gip ha convalidato il fermo e confermato il Carcere. Il fatto di aver premuto il grilletto solo una volta senza sapere che sarebbe partita una raffica in quanto non aveva mai usato un’arma, tantomeno automatica, non ha convinto il Giudice per le indagini preliminari così come la sua versione del racconto, che volesse solo minacciare i due ragazzi che si trovavano in compagnia della ex senza aver intenzione di ucciderli.

Versione, a detta del Gip, smentita dal fatto che ha utilizzato una pistola mitragliatrice e ha esploso una ventina di colpi, in più raffiche, ad altezza uomo. Questo mostrerebbe la volontà di colpire qualcuno. «Se avesse voluto solo spaventare – si legge – avrebbe potuto limitarsi a brandire l’arma o al più sparare in aria». E invece lo ha fatto, in una strada di Gallipoli centrale, frequentata anche di notte da molte persone.

«In una frazione di secondo ha cominciato a sparare a raffica verso tutti noi. I colpi erano tanti ed erano diretti nei confronti di tutto il gruppo ad altezza uomo» ha raccontato la sorella della ex fidanzata di Rudi ai Carabinieri a cui ha confidato anche le ragioni del risentimento del 21enne. La sua convinzione è che non volesse colpire solo la sorella, ma «tutti noi che, secondo la sua mentalità, l’abbiamo portata via da lui».

Tra le motivazioni che hanno spinto il Gip a convalidare il fermo e confermare il Carcere c’è anche la premeditazione. Il 21enne si è presentato nel luogo in cui aveva scoperto si trovasse la ex ragazza, con un’arma considerata da guerra. Non solo, secondo il racconto dei testimoni Rudi ha un carattere morbosamente e ossessivamente geloso e anche in passato aveva maltrattato, con violenze e minacce, la sua ex compagna. Motivo per cui lei lo aveva lasciato.

«Rudi, accecato dalla gelosia, potrebbe violare le prescrizioni inerenti misure meno afflittive o – conclude il Gip – incaricare amici o parenti di commettere azioni ritorsive nei confronti di soggetti sospettati di frequentare la ex o in danno di quest’ultima e dei suoi familiari».



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