
Arrivano due condanne per la sparatoria, nei pressi della stazione di servizio Q8 di Nardò, avvenuta il 10 settembre di due anni fa. Nella mattinata odierna, il gup Giulia Proto, al termine del processo con rito abbreviato (consente lo sconto di pena di un terzo) ha inflitto: 9 anni ed 8 mesi di reclusione per il 40enne Luca Elio My e 10 anni per Giovanni Dell’Anna, 55enne, entrambi di Nardò, per i reati di tentato omicidio (escludendo per Dell’Anna la premeditazione) e detenzione di arma da sparo. My rispondeva anche di minacce aggravate dall’odio razziale e dal metodo mafioso, nei confronti del magazziniere di un supermercato.
In una scorsa udienza, il pm Giovanna Cannarile della Dda aveva chiesto la pena di 10 anni ed 8 mesi per My e di 9 anni ed 8 mesi per Dell’Anna. I due imputati, difesi rispettivamente dagli avvocati Andrea Bianco e Giuseppe De Luca, potranno presentare ricorso in Appello, non appena verranno depositate le motivazioni della sentenza.
L’inchiesta
In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, My prima minacciò con la pistola l’avventore del bar, situato nella stazione di servizio, il quale lo aveva visto nascondere l’arma. E poi, dopo averla recuperata, premette più volte il grilletto della pistola contro Dell’Anna, il quale a sua volte rispose con otto colpi.
Non solo, poiché due bossoli esplosi da My raggiunsero l’autovettura di un ragazzo di Salice Salentino (estraneo alla vicenda) che con alcuni amici si era fermato al bar.
I due, in seguito ad accurate indagini dei carabinieri della compagnia di Gallipoli, vennero raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip Laura Liguori. I due attualmente si trovano ai domiciliari.
Inoltre, venne denunciato a piede libero un 25enne, sempre neretino, per detenzione di arma da fuoco e la sua posizione fu stralciata.
Nell’ordinanza di custodia cautelare a carico di My è confluito anche un episodio del 21 luglio del 2022. Il 40enne avrebbe minacciato un magazziniere di origini straniere di un supermercato, puntandogli una pistola al petto e dicendogli: «Io ti posso sparare e a me non succederà niente sto a casa mia»
Le motivazioni della sentenza si conosceranno nei prossimi mesi.