Spuntano piante di marijuana durante i controlli: nei guai due ‘insospettabili’ di Cannole

Il Nucleo Operativo Radiomobile di Maglie ha tratto in arresto due persone a Cannole nella giornata di ieri. Durante i controlli, infatti, sono saltate fuori in un caso 35 piante di marijuana; nell’altro, 22 di piccolo taglio e altre 12 a busto alto.

Dieci uomini e cinque vetture dei Carabinieri del Norm della Compagnia di Maglie per portare a termine una vasta operazione antidroga a Cannole. La parola d’ordine del servizio era una sola: contrastare con tutti i mezzi il fenomeno della produzione e coltivazione di marijuana. L’epilogo è che due persone, sconosciute alle forze dell’ordine (almeno fino a questo momento), sono state arrestate mentre un ingente quantitativo di marijuana, sia in stato vegetativo che essiccata, sono state poste sotto sequestro.

Tutto è iniziato quando gli uomini in divisa hanno fatto irruzione, alle prime luci dell’alba, all’interno dell’abitazione di un 40enne del posto, dove un’intera stanza era stata destinata alla coltivazione di cannabis indica, utilizzando tre serre da interno allestite con termometri per la misurazione della temperatura e dell’umidità, impianto di areazione, lampade alogene e neon al fine di garantire il miglior microclima per la crescita delle piante.

Sul terrazzo, nel garage ed in altri locali sono state complessivamente rinvenute 41 piante di marijuana in stato di vegetazione di varie altezze, 75 grammi di marijuana già essiccata contenuta in vasetti in vetro da 15 grammi ciascuno, due sacchetti in plastica contenenti semi di cannabis e tutto il materiale utilizzato per la coltivazione e la produzione della sostanza stupefacente. Materiale, ovviamente, che è stato sottoposto a sequestro.

Il 40enne è così finito ai domiciliari, dove si trova a disposizione del Pubblico Ministero di Turno.

A finire nei guai è stato anche un 39enne sempre di Cannole. Non è dato sapere se, in qualche modo, l’uomo abbia saputo del fermo del compaesano, fatto è che quando i carabinieri – che già nutrivano qualche sospetto – lo hanno sorpreso mentre caricava sulla propria auto piante di marijuana, steli con infiorescenze e sostanza già essiccata e pronta per lo spaccio. Secondo i militari, stava cercando di “disfarsi dei corpi del reato” o almeno di una parte. Insomma, voleva nasconderli per non disperdere il lavoro svolto. Scattata la perquisizione personale e domiciliare,  non sono mancate le sorprese: i carabinieri hanno scoperto (e sequestrato)  34 piante di marijuana in stato di vegetazione di altezze varie, fino a 1,6 metri, in parte ancora piantate nel giardino dell’abitazione, 7 kg di marijuana in steli ed infiorescenze, già pronte per la suddivisione in dosi poiché già caratterizzate da alto contenuto di principio attivo stupefacente, 370 grammi di marijuana già essiccata, in parte contenuta in vasetti di vetro da 15 grammi ciascuno, infine una serra da interno dello stesso identico tipo sequestrata a casa di Calabrese, a dimostrazione della connessione tra i due “coltivatori diretti”.

Anche in questo caso sono scattate le manette e su medesima disposizione del Pubblico Ministero di turno Stefania Mininni, anche il 39enne è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.



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