Perseguitava la collega di lavoro con messaggi osè? Condannato stalker a sei mesi

Il giudice monocratico ha inflitto la pena di sei mesi, nei confronti di A. P., 49enne di San Cesario di Lecce. La vittima, una 35enne di Zollino, si è costituita parte civile

Avrebbe perseguitato la collega di un’azienda farmaceutica e per lo stalker è arrivata la condanna.
Il giudice monocratico Stefano Sernia ha inflitto 6 mesi (pena sospesa) con le attenuanti generiche nei confronti di A. P., 49enne di San Cesario di Lecce. L’imputato è stato condannato anche al risarcimento del danno in separata sede ed al pagamento di una provvisionale di 10mila euro in favore della parte civile. Rispondeva dell’accusa di atti persecutori (aggravati dall’uso di mezzi telematici). L’imputato è difeso dall’avvocato Michele Reale ed una volta depositate le motivazioni della sentenza, potrà presentare ricorso in Appello.
In precedenza, la Pubblica Accusa ha invocato la condanna ad 1 anno e 8 mesi.
La vittima, una 35enne di Zollino, si è costituita parte civile con l’avvocato Amilcare Tana.

L’inchiesta

I fatti si sarebbero verificati tra luglio del 2015 e maggio del 2016.
Tre le denunce presentate agli uomini della Polizia Postale in cui la donna ha messo nero su bianco la paura provata ogni volta che apriva Facebook e trovava messaggi contenenti foto spinte, allusioni sessuali, battutine di cattivo gusto.

L’uomo, che nei diversi tentativi di “approccio social” ha usato sempre nomi finti, per convincere la 35enne ad accettare la sua richiesta di amicizia, dimostrava di conoscere dei dettagli della sua vita privata: le descriveva i vestiti indossati, le raccontava della sua abitudine di andare a lavoro in bicicletta, le scriveva particolari che in pochi potevano sapere come il modello dell’auto.
Inutili i suoi tentativi di respingere il molestatore: ogni volta tornava alla carica, nascondendosi dietro i falsi profili social di Andrea Pirro” o “Alessandro Wind”.

La macchina investigativa ha fatto il resto: alla fine si è scoperto che il presunto stalker altro non era che un insospettabile collega dell’azienda farmaceutica. Per dodici anni avevano lavorato fianco a fianco.
In seguito, A. P. è stato rinviato a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare Alcide Maritati, come richiesto dal pubblico ministero Maria Rosaria Micucci.



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