Stop al Ddl Zan, la rivolta passa anche da Lecce. La manifestazione domani

È indetta per domani a Lecce la manifestazione contro lo stop al Ddl Zan. Nelle scorse ore migliaia di manifestanti in protesta a Milano e Roma.

ddl zan lecce

Anche Lecce risponderà alla chiamata in piazza contro lo stop al Ddl Zan. Non lascia indifferenti la frenata imposta dai franchi tiratori del Senato all’ingresso nell’ordinamento della legge contro l’omotransfobia. E alle urla di giubilo dei senatori alla stroncatura dello Zan ha già fatto seguito la sostituzione con i boati delle piazze, Roma e Milano in testa.

Nella serata di ieri migliaia di persone sono scese in piazza all’Arco della Pace di Milano. Lo stesso a Roma, con sfondo Colosseo. Le fiumane hanno rinvigorito il fronte dei pro-Zan. Tanto che nelle ultime ore si sono moltiplicati gli annunci di manifestazioni di sdegno per la bocciatura del disegno di legge, maturata senza la discussione sugli articoli a causa del voto in favore della cosiddetta tagliola. Previsto a Firenze un sit-in di protesta sotto la sede di Italia Viva, indicata dai più come colpevole della battuta d’arresto. Domani, invece, è la volta di Lecce, dove la chiamata contro lo stop del Ddl Zan e in favore di una legge inclusiva che tuteli i diritti di tutti e punisca le discriminazioni per sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità è per le 18 in Piazza Sant’Oronzo.

“Non ci arrendiamo. La politica non può giocare sulla nostra pelle! Non può applaudire, come se fosse allo stadio, per la negazione dei nostri diritti! Chiediamo a gran voce che questa legge non sia fermata e che ognun* si prenda le proprie responsabilità!”, è l’appello di Arcigay Salento, promotore dell’iniziativa.

Dopo l’affossamento del Senato, all’orizzonte si profila una probabile raccolta firme per una legge popolare, di cui il Pd sostiene si farà promotore. In Puglia intanto è il consigliere Donato Metallo a condurre la battaglia per l’introduzione di una legge contro l’omobitransfobia. Nei palazzi romani, invece, continua il rimpallo di accuse per la responsabilità dell’affossamento del disegno di legge. E nel frattempo le piazze sembrano aver scelto da che parte stare.



In questo articolo: