Antonio Palumbo, vittima delle Brigate Rosse nella strage di Salerno

Antonio Palumbo è una delle vittime della strage di Salerno. Il caporale di Tuglie rimase ferito nel conflitto a fuoco con le Brigate Rosse e morì, dopo quasi un mese in Ospedale, tra le braccia della mamma

26 agosto 1982. L’orologio aveva appena segnato le 14.50, quando un convoglio dell’Esercito Italiano fu attaccato da un commando delle Brigate Rosse. L’interno era quello di impossessarsi delle armi dei militari, diretti alla Caserma Angelucci per un “normale” servizio di guardia. Qualche minuto dopo, all’incrocio di Via Parisi, non lontano si scatena l’inferno. I terroristi – dieci secondo la ricostruzione storica – aprono il fuoco, trasformando il lungomare di Salerno nel teatro di un’azione terroristica pianificata dal Partito della Guerriglia, un reparto che si era formato dall’unione fra la colonna napoletana delle Brigate Rosse, guidata da Giovanni Senzani, e il “fronte delle carceri” costituito da dissidenti brigatisti staccatisi nel 1981 dalle BR.

Il caporale Antonio Palumbo, originario di Tuglie e di stanza in Campania, accenna ad armare il fucile FAL Beretta BM59, ma fu ferito gravemente. Morirà in ospedale il 23 settembre.

L’attentato

In quell’assolato giorno di fine agosto, alla “controra” così amano definire i salernitani quell’orario di metà pomeriggio, c’era solo silenzio. Era impossibile non sentire il rumore sordo ed inconfondibile del degli spari. Ad accorgersi dell’accaduto fu una pattuglia della squadra volante della Questura di Salerno, che si trovava lì per caso e non esitò ad intervenire a sirene spiegate. Non avranno scampo, fu una strage, la strage di Salerno. Nel confitto a fuoco con i terroristi perse la vita l’agente Antonio Bandiera, 24 anni. Era appena sceso dall’auto, quando fu colpito a morte. L’agente scelto Mario De Marco, 30 anni, lotterà per quattro giorni in un letto dell’ Ospedale di Napoli, ma non ce la farà.

Non è morto, spara, spara …” sente un noto fotografo del quotidiano “Il Mattino”, considerato all’epoca uno dei principi dei paparazzi salernitani, che si trovava casualmente in via Parisi. Suoi gli scatti che hanno raccontato l’orrore di quel pomeriggio, quando nell’attacco rimasero feriti anche due militari, un poliziotto, due cittadini che si erano affacciati sui balconi dei palazzi che si affacciavano sulla strada e una terrorista, . Il tutto per un magro bottino di sei fucili: 4 Beretta e 2 Garand.

Di quel giorno restano solo mezze verità. Il processo si concluse senza condanne. Per la Strage di Selerno non esiste alcun colpevole.

Il ricordo di Tuglie

Il Caporale Palumbo – ricoverato prima all’ospedale civico di Salerno, poi al Cardarelli di Napoli – fu sottoposto a una serie di delicati interventi chirurgici (un proiettile gli aveva intaccato la colonna vertebrale…). Il 23 settembre 1982, a causa di “inaspettate complicanze”, morì tra le braccia della mamma. Antonio non voleva essere un eroe, ma aveva il senso del dovere e un enorme rispetto per la divisa.

Sono passati 40 anni dalla scomparsa del militare, ma il Comune di Tuglie, in collaborazione con l’Associazione nazionale del Fante (Sezione di Roma Capitale) continua a mantener vivo il ricordo di quel terribile 26 agosto del 1982 con una manifestazione commemorativa prevista per il 23 settembre.



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