Tenta di corrompere un collega per mandare i malati oncologici in clinica: medico sospeso per nove mesi

Un medico leccese in servizio in una nota clinica privata di Brindisi, non potrà esercitare per nove mesi la sua professione: avrebbe cercato di corrompere un collega.

Sarà obbligato ad incrociare le braccia per nove mesi un medico salentino, in servizio in una nota casa di cura privata. L.M. (queste le sue iniziali), finito al centro di un’indagine della Procura della Repubblica di Brindisi, ha ricevuto la visita del Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Taranto che gli hanno consegnato l’ordinanza di applicazione della misura interdittiva,emessa dal Gip Tea Verderosa su richiesta del pm Pierpaolo Montinaro.

Nero su bianco è scritto “divieto di esercitare la professione di medico”. L’accusa? Aver tentato di corrompere uno specialista, in servizio in un Ospedale della provincia.

Pazienti, in cambio di denaro

Le indagini hanno permesso di appurare che il professionista, nell’interesse della clinica dove lavorava, avrebbe istigato alla corruzione uno specialista, chiedendogli di indirizzare i pazienti affetti da neoplasie epatiche verso la struttura privata, al fine di effettuare trattamenti sanitari altamente remunerativi. In questo modo, avrebbe incrementato le prestazioni di ricovero e quindi il suo budget.

Cosa offriva come ricompensa? Per la sua disponibilità, il medico ospedaliero (che ha rifiutato di aderire alla procedura), avrebbe ricevuto denaro, mediante il conferimento di una consulenza scientifica, retribuita da parte della clinica.

Nel contesto investigativo è emerso che i trattamenti sanitari da espletare nella clinica privata non erano necessari. Potevano essere effettuati alla Asl di Brindisi, attrezzata per quel tipo di servizio offerto a costi “elevati”.



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