Accoltellò e tentò di strangolare la fidanzata: 31enne a processo con l’abbreviato

Sceglie di essere giudicato con l’abbreviato, il 31enne che accoltellò la fidanzata per gelosia. La vittima e i familiari hanno invocato un maxi risarcimento di 700mila euro.

Sceglie di essere giudicato con l’abbreviato il 31enne di Castrignano del Capo che accoltellò la fidanzata, in preda ad un raptus di gelosia.

In mattinata, dinanzi al gup Carlo Cazzella, si è svolta l’udienza preliminare. Il giudice ha rinviato al 27 marzo la discussione del processo.

Si sono costituiti parte civile: Stefania De Marco, la 27enne di Tricase accoltellata, attraverso l’avvocato Carlo Chiuri. Il padre e la madre della vittima, con gli avvocati Luciano De Francesco e Luciano Urso. Hanno invocato complessivamente un maxi risarcimento di 700mila euro. L’imputato, invece, è assistito dal legale Paolo Pepe.

Risponde dall’accusa di tentato omicidio aggravato dai futili motivi.

I fatti e le accuse

Le indagini sono state condotte dai carabinieri della Compagnia di Tricase, guidati dal Comandante Alessandro Riglietti.
Il grave episodio si è verificato il 2 settembre scorso, intorno alle 23.00, in via Messapia a Morciano di Leuca, nel bagno della casa dei nonni paterni della giovane. Il fidanzato avrebbe aggredito Stefania alle spalle (mentre era intenta a struccarsi), ferendola gravemente con un’arma da taglio e perforandole un polmone. Gli accertamenti avrebbero rilevato le tracce di ben 17 coltellate.

Una volta caduta sul pavimento, il 31enne avrebbe infierito sul suo corpo con altri colpi di coltello e le avrebe sbattuto la testa a terra. Non solo, avrebbe tentato di strangolarla, come emergerebbe da un un segno sul collo della fidanzata. La 27enne venne ricoverata in Rianimazione, presso l’Ospedale “Panico” di Tricase e rimase in prognosi riservata per oltre 40 giorni.

La condotta del giovane, ritiene il pm, è da ritenere ancor più grave poichè non avrebbe chiamato i soccorsi e avrebbe sottratto il telefonino alla compagna, mentre cercava di contattare la madre. Infine, ascoltato nell’immediatezza dei fatti, Vitali avrebbe minimizzato l’accaduto, riferendo che Stefania era caduta dalle scale.

L’udienza di convalida

Durante l’udienza di convalida, il fidanzato di Stefania ha ribadito che avrebbe aggredito la ragazza alle spalle ferendola con un coltello in preda ad un raptus di gelosia per un presunto tradimento. Durante la colluttazione, l’avrebbe afferrata per il collo, per poi lasciarla immediatamente. Dunque, non vi sarebbe stato alcun tentativo di strangolarla.
Il gip, però, ha concesso ugualmente i domiciliari a Vitali (ritenendo le esigenze cautelari ugualmente garantite). Una decisione che ha indotto il sostituto procuratore Maria Rosaria Micucci e il Procuratore capo Leonardo Leone De Castris ad impugnare l’ordinanza del gip.

Poche ore dopo, comunque, il 31enne è tornato di nuovo dietro le sbarre (attraverso una nuova ordinanza), per aver tentato di contattare alcune amiche della vittima, mentre era in stato di arresto, contravvenendo agli obblighi disposti dal giudice.



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