Tentato omicidio per la compravendita di un cavallo: 37enne a processo con rito abbreviato

Angelo Baglivo, 37enne di Noha, risponde anche di tentata estorsione aggravata, detenzione di arma clandestina e ricettazione.

Sarà giudicato con il rito abbreviato l’agricoltore accusato del tentato omicidio di un operaio, per la compravendita di un cavallo. Il gup Sergio Tosi ha ammesso l’istanza della difesa rappresentata dall’avvocato Donato Sabetta per Angelo Baglivo, 37enne di Noha. Il processo con rito abbreviato (consente lo sconto di pena di un terzo) verrà celebrato il 23 giugno prossimo.

G.G., 27enne di Galatina, vittima dell’aggressione armata, è assistito dall’avvocato Angelo Greco, ma non si costituirà parte civile.

La richiesta di rinvio a giudizio, avanzata nei mesi scorsi, è a firma del pm Alberto Santacatterina. L’imputato risponde di tentato omicidio aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione. Non solo, anche di tentata estorsione aggravata. E poi viene contestata la detenzione di arma clandestina (una pistola calibro 7,65). Inoltre, Baglivo risponde della detenzione illegale di una doppietta calibro 12 e di ricettazione.

Angelo Baglivo si trova sempre in carcere, a seguito dell’arresto del novembre scorso.

I fatti

Il 14 novembre scorso, poco dopo le 14.30, i due si erano incontrati in una masseria di proprietà del padre di Baglivo, nelle campagne tra Noha e Cutrofiano. L’agricoltore voleva costringere G.G. a dargli un cavallo in buona salute, in cambio della sua cavalla ferita. A un certo punto, avrebbe preso la pistola, che secondo la Procura era già carica e pronta per l’uso, collocata sotto la tettoia antistante l’abitazione. Ostentando l’arma, Baglivo avrebbe prima rivolto a G.G minacce del tipo “ti sparo, ti spezzo le gambe” per poi premere il grilletto della pistola.

Il 27enne di Galatina è stato colpito, in pieno viso, da un proiettile che gli ha trapassato la bocca. Il giovane è stato ricoverato nel reparto di Rianimazione del “Vito Fazzi” di Lecce e successivamente sottoposto ad un delicato intervento chirurgico.

L’operaio ha ricostruito la dinamica del grave fatto di sangue, dinanzi ai carabinieri, durante il ricovero in ospedale. Ed ha sostenuto che Baglivo voleva acquistare un cavallo per ragioni di agricoltura, ma lui poteva cederglielo solo per destinarlo al macello. Di fronte al diniego, il 37enne ha preso la pistola per poi esplodere il colpo.

Angelo Baglivo, finito in manette dopo l’accaduto, ha sostenuto nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto, che il colpo di pistola era partito accidentalmente e che non aveva intenzione di uccidere G.G.



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