Terry Broome e l’omicidio del rampollo che sconvolse la Milano bene

Terry Broome, una bellissima modella americana uccise a colpi di pistola Francesco D’Alessio, quarantenne viveur, figlio del “re del galoppo”. Era il 26 giugno 1984

Milano, 26 giugno 1984. Sta per sorgere l’alba sulla città, quando qualcuno sente degli spari provenire da un palazzo affacciato su corso Magenta. Erano colpi di pistola. Quando il sole era alto si scoprì la verità. Francesco D’Alessio, figlio del «re dei purosangue» Carlo, titolare di una delle più importanti scuderie del paese, era stato ucciso. Il playboy quarantenne non era solo nel suo appartamento borghese. In casa con lui c’era una fotomodella di 21 anni, fidanzata di un amico del rampollo che abitava nello stesso palazzo, uno dei più belli di Milano. Si erano incontrati poche ore prima, davanti al portone. Lui rientrava dalla notte passata in una discoteca, lei aspettava un taxi dopo la serata trascorsa con il compagno. Una parola tira l’altra, poi la decisione di approfondire la conoscenza.

Ma non era stata lei a premere il grilletto della 38 special. Era stata, come si scoprirà, Terry Broome, aspirante modella americana dal passato tormentato. Delitto passionale? Gelosia? Per capire la ‘fine’ del rampollo, ritrovatoper terra con un proiettile in testa e un altro che gli ha trapassato il cuore, bisogna riavvolgere il nastro del tempo e tornare alla sera prima, quella del 25 giugno.

La ‘scintilla’ in discoteca

Terry e Francesco si conoscevano, ma non erano amici. Lei, fidanzata di un gioielliere non particolarmente bello, ma che le aveva regalato un anello e una promessa di matrimonio, non sopportava le attenzioni “volgari” di Francesco. Lui, invece, non aveva mai accettato il rifiuto. La prima volta era stato “scartato” dalla modella, quando l’aveva incontrata durante una festa a casa dell’amico finanziere, anche lui playboy. Quando la bella americana aveva respinto le sue avances, il rampollo milanese si era vendicato inventando la storia che lei in quella villa aveva partecipato a un’orgia. La stessa storia che non ha esitato a raccontare al fidanzato di Terry quando l’ha incontrato al Nepentha, la più nota discoteca dell’epoca. L’obiettivo era quello di sempre, distruggerle la sua reputazione, descrivendola come una poco di buono.

Quando Terry tornò con il fidanzato nella suite dove alloggiava, nel residence «Principessa Clotilde» che gli spiritosi all’epoca chiamavano «Principessa Clitoride» per la presenza numerosa di modelle, l’uomo le rinfacciò la storia dell’orgia e le chiese di restituirle l’anello e una catena, regali di fidanzamento. Poi se ne andò a dormire. Rimasta sola, la modella cominciò a sniffare cocaina e a rovistare nei cassetti, lì dove trovò una pistola, una Smith and Wesson calibro 38 special che il fidanzato gioielliere custodiva già carica. “La vista di quell’arma mi diede una carica nuova, la forza di affrontare quell’uomo che mi faceva tanta paura. Gli telefonai, poi lo raggiunsi. Lui mi offrì della coca. Ne ho anch’io, risposi, e ne fiutai subito un po’”, (dalla dichiarazione di Terry Broome, Ansa, 11-6-1986).

In realtà è difficile capire cosa passò nella testa della bella modella dal passato tormentato – il padre reduce dal Vietnam violento e alcolizzato, lo stupro di gruppo subito a 16 anni, due tentativi di suicidio, il matrimonio tormentato con un ragazzo tossicodipendente sposato a 18 anni e lasciato a 19 – fatto sta che alle prime luci del mattino chiamò Francesco, qualificandosi come Diane. Poche parole alla cornetta, poi la decisione di andare nel palazzo che si affaccia su corso Magenta.

L’omicidio

Secondo il racconto di Terry, una volta giunta nell’appartamento, stanca delle pesanti avances di Francesco, impugnò la pistola per ‘spaventare’ il suo stalker. Partirono anche due colpi, a vuoto. Solo che Francesco reagì. La afferrò per un braccio e nel tentativo di scappare partirono altri tre colpi, fatali questa volta. Una dinamica, questa, cui il padre della vittima, avvocato, non credette mai: Francesco era stato un tennista che aveva giocato in coppia con Barazzutti, e anche un rugbista. Come poteva una ragazza, era il ragionamento del padre di Francesco, divincolarsi dalla stretta di un uomo così forte? A suo parere, qualcuno che voleva vendicarsi di Francesco aveva usato la modella come schermo. Ma non vennero mai trovate prove che corroborassero questa versione.

D’Alessio è ancora vivo, sanguinante sulla moquette del suo appartamento, quando dai piani alti scese l’amico. Invece di sbrigarsi a chiamare un’ambulanza, penserà a spazzare dal tavolo le “piste” di cocaina, a cancellare le tracce di droga. Finito anche lui alla sbarra, al magistrato racconterà di non essere nemmeno sceso, ma di aver spedito il fido maggiordomo.

Ricostruito il quadro, gli uomini in divisa bussano alla porta del residence e trovano la Smith & Wesson 38 Special del gioielliere, l’arma che ha ucciso Francesco, ma c’è qualcosa di strano: era carica e nell’armadio non c’erano proiettili di scorta. Di Terry invece neanche l’ombra.

L’arresto

Aveva chiesto al fidanzato di aiutarla a fuggire e alle 10.30 era già su un aereo diretto da Linate a Zurigo. Qui il giorno dopo, in una pensioncina, venne arrestata. Non volevo fare del male a Francesco – disse – volevo che la smettesse di darmi fastidio”,

La modella fu condannata a quindici anni, ridotti a 12 anni e mezzo nel processo di appello.

I fratelli Vanzina si sono ispirati parzialmente all’omicidio commesso da Terry Broome per il film Sotto il vestito niente. I Pooh dedicano alla giovane assassina la canzone Terry B.: “Dove hai ballato solo un giorno, ritorna già il secondo inverno”.

immagine di copertina: Corriere della Sera



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