È stato sentito oggi in aula, nel processo che si sta tenendo presso l’aula bunker di Borgo San Nicola, un compagno di casa di Antonio De Marco, in via Montello (la casa di Daniele De Santis), da ottobre del 2019 fino a marzo del 2020. Ed ha sottolineato che in quel periodo ha scambiato pochissime parole con lui, perché era un tipo molto riservato.
Poche ore dopo l’omicidio di Daniele ed Eleonora, ha riferito in aula che scrisse un messaggio su WhatsApp ad Antonio per sapere se stava bene e lui faceva intendere di non sapere nulla di quanto accaduto alla coppia. Rispondendo in maiuscolo al messaggio: “CHE COSA DICI.. NON CI CREDO”.
Un altro testimone, invece, ha riferito che il giorno dopo l’omicidio, Antonio De Marco è rimasto in casa e non si è presentato in ospedale per frequentare il corso di scienze infermieristiche. Si tratta del compagno di corso che divideva con il 21enne di Casarano, la casa in affitto di via Fleming (insieme ad un altro ragazzo che verrà sentito in una prossima udienza).
Dinanzi ai giudici della Corte d’Assise (presidente Pietro Baffa, giudice togato Francesca Mariano e giudici popolari), il ragazzo, rispondendo alle domande del sostituto procuratore Maria Consolata Moschettini e degli avvocati dell’imputato e delle parti civili, ha ricostruito i rapporti con De Marco e gli spostamenti di quest’ultimo, nelle ore successive all’omicidio di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, avvenuto in via Montello, la sera del 21 settembre dello scorso anno.
Il ragazzo era stato già ascoltato dagli inquirenti, nelle ore successive all’arresto di Antonio De Marco, 21enne studente di scienze infermieristiche di Casarano.
Questa mattina, nel corso del processo, ha dichiarato che poche ore dopo l’omicidio un altro compagno di corso ha mandato un msg in chat, dicendo ai suoi coinquilini di chiudere porte e finestre, perché c’era in giro un pericoloso killer. Ed Antonio (non ancora identificato come il killer di via Montello), non avrebbe manifestato reazioni particolari di fronte alla notizia. Ha però aggiunto che il giorno dopo l’omicidio, Antonio è rimasto in casa e non si è presentato in ospedale, dicendo che aveva il mal di pancia e non si sentiva bene.
Infine, ha riferito di una conversazione in cucina con il 21enne di Casarano, ma non ricorda se sia avvenuto nelle ore successive all’omicidio.
Durante l’udienza odierna, è stato sentito anche il proprietario di un negozio che ha ricostruito la vendita online ad Antonio De Marco di un fodero e di un coltello di caccia, in data 30 settembre. Si tratterebbe dell’arma utilizzata dal 21enne per martoriare i corpi di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, con oltre 80 coltellate.
La prossima udienza si terrà il 21 dicembre, quando verranno sentiti altri testimoni.
Antonio De Marco risponde dei reati di duplice omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione, dei futili motivi e dell’aver agito con crudeltà.
Il collegio difensivo
La difesa del 21enne studente di scienze infermieristiche di Casarano è rappresentata dagli avvocati Andrea Starace e Giovanni Bellisario. La famiglia di Daniele De Santis è difesa dagli avvocati Mario Fazzini e Renata Minafra. La mamma, lo zio e la nonna di Eleonora sono assistiti dagli avvocati Francesco Spagnolo, Stefano Miglietta, Fiorella D’Ettorre. Il papà è invece difeso dall’avvocato Luca Piri. I familiari delle vittime si sono tutti già costituiti parte civile.
Ricordiamo che, già in una scorsa udienza, i due specialisti nominati dalla Corte, al termine della prima consulenza, hanno ritenuto il 21enne di Casarano capace di stare in giudizio e, dunque, di affrontare un processo. Non solo, anche capace d’intendere e di volere quando uccise la coppia di fidanzati.
