Titoli falsi per ottenere una buona posizione in graduatoria e l’assunzione nella scuola? 42 indagati 

Rispondono delle ipotesi di reato di truffa e falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, dopo l’avviso di conclusione delle indagini

Sono accusati di avere presentato titoli falsi, con la complicità di due cooperative sociali, per ottenere un buon piazzamento in graduatoria ed essere assunti nelle scuole del milanese. Non solo, poiché grazie al presunto piano truffaldino, avrebbero poi ottenuto una retribuzione non dovuta, in danno del Miur. Ben quarantadue persone, originarie di vari paesi del Basso Salento, come Spongano, Poggiardo, Sanarica, Castro, Ortelle e  Taurisano sono state raggiunte da un avviso di conclusione delle indagini preliminari, composto da 37 capi d’imputazione, a firma del pubblico ministero Maria Consolata Moschettini. Si tratta di collaboratori scolastici ma nell’elenco compaiono anche i presidenti di due cooperative sociali, una dipendente, un “responsabile dell’ufficio” ed un consulente del lavoro.

Gli indagati rispondono delle ipotesi di reato di truffa e falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico. Sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Luigi Corvaglia, Dimitry Conte, Oronzo Maggiulli, Stefania Bello, Arianna Lezzi. E potranno presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogati entro i prossimi venti giorni per fornire la propria versione dei fatti, prima che il pubblico ministero formalizzi la richiesta di rinvio a giudizio.

Le accuse

Sono contestate una serie di presunte truffe che si sarebbero consumate tra il 2015 ed il 2021. I candidati alle graduatorie di circolo e di istituto di terza fascia, relative alla figura di collaboratore scolastico e dunque riferibili al personale ATA (amministrativo, tecnico ed ausiliario), avrebbero presentato una falsa certificazione. Nella domanda, attestavano di possedere i titoli di servizio idonei per essere assunti in istituti scolastici  del milanese (anche statali). In che modo? I candidati, secondo l’accusa, producevano con la complicità del presidente di una cooperativa sociale del Basso Salento, i falsi certificati con cui dichiaravano di aver lavorato presso una scuola paritaria (facente capo alla suddetta cooperativa).

Il presidente e la dipendente di un’altra cooperativa avrebbero messo in atto un copione simile con altri aspiranti collaboratori scolastici, che sempre grazie a false dichiarazioni sui titoli posseduti, ottenevano l’assunzione in scuole del milanese. Ed il consulente della cooperativa trasmetteva il modello UNILAV al competente Centro per l’Impiego, molto tempo dopo l’assunzione nella scuola pubblica. In effetti l’aspirante collaboratore scolastico otteneva un buon punteggio  nella graduatoria.

In seguito ai presunto piani truffaldini, i candidati avrebbero percepito somme variabili tra i 970 euro ed i 77 mila euro (a seconda dal periodo trascorso a scuola), in danno del dirigente scolastico e dunque del MIUR.

Le indagini sono state condotte dai militari della Guardia di Finanza. La truffa sarebbe venuta a galla anche perché non erano stati trasmessi all’INPS, i dati relativi alle retribuzioni dei dipendenti. E non era stata inviata all’Agenzia delle Entrate, la certificazione unica dei redditi percepiti.

 

 

 



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