Si finge nipote di un’anziana per mettere le mani sui suoi conti bancari: nei guai 46enne

Truffa, circonvenzione d’incapace e falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico: sono queste le accuse contestate ad un 46enne di Lecce.

È riuscito a prendere in giro tutti, ma alla fine un 46enne di Lecce dovrà pagare caro il conto dell’imbroglio che aveva architettato per spillare i soldi ad un’anziana donna in difficoltà. Nella sua trappola, infatti, è finita una 92enne di Scorrano, ma anche due notai ingannati dalle sue ‘parole’.

L’uomo, spacciandosi come nipote della donna, è riuscito a mettere le mani sui risparmi della poveretta, appropriandosi di ben 12mila euro. E altri sarebbero finiti nelle sue tasche se non fosse stato scoperto dai Carabinieri. Che cosa lo abbia ‘incastrato’ non è dato saperlo, l’unica cosa certa è che dovrà difendersi dalle accuse di truffa, circonvenzione d’incapace e falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico.

Il piano ‘diabolico’

Tutto ha avuto inizio il 29 gennaio, quando il 46enne ha “convocato” un notaio all’Ospedale di Scorrano, dove la 92enne era ricoverata. Approfittando dello stato di deficienza psichica dell’anziana, è riuscito a convincere il professionista a stilare un primo atto di procura speciale a suo favore. Come? Mentendo. Ha dichiarato di essere il nipote della donna, fatto non vero.

Non è finita. Il 7 febbraio ha ‘ripetuto’ il piano, questa volta in casa della vittima. Ha chiamato un altro notaio che ha redatto un secondo atto di procura speciale, sempre in suo favore. E anche questa volta si è spacciato come nipote della 92enne. Dichiarando falsamente il rapporto di parentela, insomma, ha avuto la possibilità di accedere ai conti bancari della sua preda.

Gli accertamenti svolti dagli uomini in divisa hanno fatto fatto luce sulla truffa. Il 46enne si è appropriato di 12mila euro tra prelievi, acquisti e bonifici. Per fortuna è stato fermato, prima che il patrimonio della donna fosse completamente prosciugato. Di concerto con l’autorità giudiziaria,  inoltre, è stata disposta la sospensione temporanea di ogni operazione sul conto bancario della vittima, in attesa della nomina di amministratore di sostegno avviata tramite i servizi sociali.

Le indagini non si sono certo concluse con il deferimento in stato di libertà del 46enne. Anzi, gli uomini dell’Arma ora vogliono vederci chiaro. Il 46enne è riuscito ad architettare tutto da solo o è stato aiutato da qualcuno? Non è così remota la possibilità che sia stato aiutato da uno o più complici.