Prometteva posti di lavoro, in cambio di denaro: 39enne di Casarano condannata a 2 anni

Il giudice ha disposto anche il risarcimento del danno in separata sede ed il pagamento di una provvisionale di 250 euro per ciascuna delle sedici parti civili

Avrebbe promesso posti di lavoro, in cambio di una somma di denaro, millantando conoscenze di persone importanti.
Caterina Bevilacqua, 39enne di Casarano, è stata condannata alla pena di 2 anni per i reati di truffa aggravata e sostituzione di persona. La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Stefano Sernia.

Il Tribunale ha disposto anche il risarcimento del danno in separata sede ed il pagamento di una provvisionale di 250 euro per ciascuna delle 16 parti civili, assistite dall’avvocato Giacinto Mastroleo. La Bevilacqua è invece difesa dall’avvocato Roberto Bray, il quale una volta depositate le motivazioni della sentenza presenterà ricorso in Appello.

L’inchiesta

I fatti risalgono al maggio del 2015 e si sarebbero verificati a Casarano.

Secondo quanto sostenuto dal pm Giovanni Gagliotta, la Bevilacqua, attribuendosi false generalità e presentandosi come persona benestante, avrebbe truffato decine di persone.

La donna, millantando la protezione di vari appartenenti dell’Arma dei Carabinieri, avrebbe falsamente sostenuto di essere alla ricerca di 186 persone da reclutare presso un villaggio turistico. Inoltre si sarebbe “vantata” di conoscere diversi imprenditori, operanti nel settore.

A quel punto sarebbe scattato il raggiro. La 39enne di Casarano, infatti, avrebbe promesso l’assunzione presso la suddetta struttura, in cambio della consegna di 50 euro (somma effettivamente versata da ciascuno). Il denaro sarebbe stato “girato” al fantomatico imprenditore per garantire il posto di lavoro.

L’altra truffa assieme al marito

Nel novembre del 2016, al termine del processo con rito abbreviato, Caterina e Luigi Bevilacqua sono stati condannati rispettivamente alla pena di 4 anni e 6 mesi e di 5 anni e 3 mesi.
Fingevano di essere carabinieri del Nas per spaventare commercianti e allevatori di animali ed estorcere loro ingenti somme di denaro dietro la minaccia di mettere in atto controlli, ispezioni o fantomatiche multe.

La coppia rispondeva dell’accusa di estorsione aggravata in concorso e sostituzione di persona.

Le indagini condotte dai “veri” Nas nell’ambito dell’operazione investigativa “Cavallo di Troia” hanno fatto scattare le manette per entrambi.



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